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CENTOCHIODI regia di Ermanno Olmi

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amterme63     8 / 10  18/12/2013 18:44:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certamente non è un film che lascia indifferenti. Anzi, la mira è proprio quella di colpire lo spettatore, "obbligarlo" a riflettere e a prendere una posizione. Infatti "Centochiodi" è stato il film di Olmi che ha scatenato più polemiche e riflessioni.
Le questioni, anzi le antinomie poste all'attenzione dello spettatore sono principalmente quella che pone a contrasto sapere teorico e vita pratica e quella che contrappone la semplicità, la spontaneità, la frugalità, la piccola cerchia con il progresso tecnologico, il benessere, i grandi orizzonti mondiali. Un'altra importante antinomia riguarda il concetto di fede, vista da una parte come rispetto di norme morali tramandate e universali, dall'altra come scandalo e scelta estrema.
"Centochiodi" evidenzia molto chiaramente la sua struttura di film a tesi, di "costruzione" scenica mirata ad un determinato scopo. Un po' come tutti i film dell'ultima fase di Olmi, ne va di mezzo la completezza dei personaggi, che sembrano più dei portavoce piuttosto che degli esseri umani completi e contraddittori. Pure questo film non fa eccezione. Però anche qui, come in "Cantando dietro i paraventi", non manca certo il pathos. I personaggi, anche se non proprio approfonditi, trasmettono bene il loro sentimento, la loro essenza. Si partecipa e si capisce bene, quindi.
Può essere un pregio ma può essere anche un limite. Infatti il film soffre, secondo me, del fatto che è forse un po' troppo "ordinario", tutto avviene in maniera fin troppo piana (dal protagonista appositamente bello e affascinante, al quadretto di paese troppo armonico per essere reale). C'è qualcosa di ordinario che stona con il tema trattato (lo scandalo e l'estremismo della fede). Infatti non ho potuto fare a meno di confrontare "Centochiodi" con i film di Tarkovskij. Lui sì che riusciva, pur raccontando la vita normale, a esprimere perfettamente, fino in fondo, la natura scandalosa ed estrema della fede. In confronto "Centochiodi" è un filmettino-commedia di intrattenimento.
Poi altro "grande" che mi è venuto in mente è stato Pirandello e le sue storie di persone che cercano di fuggire dalla stretta delle norme consolidate, inventandosi magari una nuova vita. Ma anche qui c'è differenza. Pirandello andava al sodo, evidenziava in maniera netta le contraddizioni del vivere sociale. "Centochiodi" rischia invece di assomigliare a volte a una commedia sentimentale alla Soldini ("Pane e tulipani").
Troppo nette ed evidenziate poi le scene "cristologiche", in cui il bel Raz Degan sembra uscire da un quadro oleografico ottocentesco (ma la fede non dovrebbe essere rifiuto dei modelli tramandati culturalmente?)
A parte le riserve di natura contenutistica e di trattamento dell'argomento, rimane comunque un film affascinante e soprattutto esteticamente molto bello. E' forse il film di Olmi (insieme a "Cantando dietro i paraventi") con la fotografia più curata e suggestiva.
E' un film senza dubbio da vedere e da commentare.