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IL VIAGGIO NELLA LUNA regia di Georges Méliès

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  19/02/2009 13:09:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innegabilmente un altissimo esempio di creatività cinematografica. E pensare che siamo agli albori della settima arte: è soltanto il 1902 e Georges Melies già ci fa capire quale immaginifico potenziale artistico può esprimere l’immagine filmata.
Sotto il profilo tecnico-registico, il cortometraggio non presenta –ovviamente- nulla di eclatante, poiché basato su inquadrature fisse: fatta eccezione di quello straordinario e memorabile effetto (reso attraverso il movimento in avanti della macchina da presa posta sul carrello) che riprende il progressivo avvicinamento della navicella alla luna, il quale termina con il primo conficcato nell’occhio della seconda. Il grande pregio dell’opera, invero, risiede nella spettacolare scenografia riprodotta da Melies, la quale fa sì che ogni inquadratura appaia allo spettatore come un vero e proprio quadro in movimento: in ciascuno di essi prende forma una storia, a metà tra il fantascientifico e il fiabesco, che, nonostante la sua estrema semplicità (e forse anche la sua banalità), ammalia per la potenza evocativa che ogni singola scena racchiude in sé. Gli scenari teatrali, che rimandano alla formula ibrida di onirico e favolistico (come non rimanere estasiati alla visione della sequenza del sonno, nella quale la rappresentazione della cometa, delle stelle e dei pianeti esprime al meglio l’estro figurativo del regista), e i movimenti quasi coreografici dei vari personaggi della messinscena danno origine ad una dimensione fascinosa che avvolge e colpisce così profondamente lo spettatore da penetrare nel suo immaginario.
Un piccolo capolavoro di ingegno, fantasia e ironia (non mancano, infatti, momenti di ilarità come, ad esempio, quello in cui uno degli astronomi, provando a entrare nella navicella ancora in costruzione, capitombola malamente finendo in una scatola), che costituisce l’archetipo cinematografico del genere “fantasy”.