piernelweb 8½ / 10 22/09/2007 19:41:30 » Rispondi L'esordio a livello internazionale del giovane regista tedesco von Donnersmarck è un folgorante esempio di cinema d'autore moderno, che evita autocelebrazioni concedendosi apertamente alla visione dello spettatore. I grigi anni nella Germania a est di Berlino prima della caduta del muro, segnati dal regime di controllo della Stasi, sono raccontati con rigore storico ed equilibrio narrativo attraverso le vicessitudini del drammaturgo Georg Dreymane e della sua compagna, segnate dal terrore e dall'umiliazione per opera dei loro controllori (uomini della sicurezza di stato) assetati di trovare nuovi intelettuali avversi al sistema più per ambizioni di carriera e potere che per reale integrità politico-ideologica. Ma "Le vite degli altri" oltre a documentare una periodo importante nella storia europea moderna, è un film che scava nella solitudine dell'animo, nella mancanze affettive ed esistenziali di un uomo del partito (uno straordinario e davvero compianto Ulrich Muehe), diventando una meravigliosa scalata di coscienza democratica dinnanzi ad una realtà non più sostenibile. L'ideologia prevale ancora. Quel "No è per me" alla cassiera della libreria, accompagnato da un sorriso, l'unico di Wiesler in tutto il film, ha un valore specifico e simbolico straordinario. Varebbe la pena vedere il film solo per quell'attimo.
vivi79 27/09/2007 18:25:47 » Rispondi concordo pienamente, il finale è bellissimo!