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MAMBA regia di Mario Orfini

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Alpagueur     6½ / 10  05/11/2020 11:09:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco uno di quei film che sfruttano le nostre fobie primordiali per gli animali più pericolosi e/o orripilanti (squali, ragni, serpenti velenosi o costrittori, coccodrilli, piranha etc...) specie se grossi o veloci, e che dimostra come anche con pochi attori e dialoghi scadenti ma l'idea giusta si possano raggiungere comunque discreti risultati di suspense. Tutto è lecito in amore e omicidio, a quanto pare, poiché un uomo tenta di uccidere la sua ex moglie attraverso l'uso di un serpente esotico e velenoso chimicamente modificato. L'uomo, un pezzo grosso del computer, pianta un localizzatore (tracker) sia sul serpente che sulla donna in modo da poterne vedere la loro reciproca vicinanza mentre aspetta fuori nella sua macchina. Per assicurarsi che sua moglie non scappi, le blocca la porta dell'appartamento (a quanto pare ne ha solo una?). E attacca il suo telefono che gli consente di chiamare periodicamente per assicurarsi che sia ancora viva. Mamba" (alias "Fair game") probabilmente ha una delle premesse più interessanti che ho visto da un po' di tempo ma, avendo solo una vera potenziale vittima, viene impantanato da un sacco di false paure. Continui a vedere il serpente apparentemente avvicinarsi o pensi che salterà fuori solo perché la donna se ne accorga completamente. Umoristicamente, passa anche un certo tempo prima che lei si renda conto che c'è anche lui nell'appartamento monolocale assieme a lei. Dopodiché, la paranoia della donna la fa comportare in modi sempre più bizzarri mentre si fa prendere dal panico, considerato anche che il rettile è attirato dall'adrenalina che il sistema nervoso della donna secerne (per la paura) e che può arrampicarsi anche verticalmente. Molto prima che "Kill Bill" di Tarantino rendesse popolare il mamba nero, veniva usato come il serpente esotico preferito in questo film. In retrospettiva, è in realtà un enorme passo avanti rispetto ad altri film che prediligevano cose come i cobra. Suppongo che sia solo un'altra cosa che distingue questo film. Trudie Styler (Eva), la vittima designata, offre una performance molto spiritosa e nevrotica che la renderà cara ad alcuni mentre probabilmente infastidirà altri. Questo livello di stranezza, tuttavia, può indurre lo spettatore a chiedersi perché sia stata lei a voler troncare la relazione. Gregg Henry (Gene), il suo aspirante assassino, interpreta il ruolo in modo piuttosto stoico e ha pochi dialoghi di cui parlare. Serve essenzialmente come MacGuffin, un catalizzatore per questo fatidico incontro. La vera azione rimane esattamente tra la ragazza e il serpente. Più interessante dei protagonisti maschili o femminili è il breve cameo di Bill Moseley (Frank), che ironicamente è l'unico membro del cast a fare davvero molto nel resto della sua carriera (uno che ha attraversato numerosi film dell'orrore, potrei aggiungere). Il titolo si riferisce all'idea che l'uomo stia dando alla sua ex moglie una possibilità di sopravvivenza. Il serpente, che è stato alterato con una sostanza chimica che lo rende sia iper-aggressivo che più tossico, ma significa anche che morirà da solo entro un'ora dall'ingresso nella casa se non scarica tutto il suo veleno attraverso un morso, è un metodo di esecuzione tutt'altro che perfetto. Il concetto in qualche modo giustifica l'attentato piuttosto bizzarro alla sua vita, sebbene la storia spinga ancora leggermente i confini della credulità. Se il film ha un vero difetto sarebbe che all'inizio accade molto poco, ma una volta che le cose iniziano a succedere perde rapidamente il valore di shock e diventa piuttosto lezioso. Il mamba nero è al quinto posto tra i serpenti più velenosi del mondo ma forse sta al primo in quanto a numero di attacchi letali (è molto aggressivo), è diffuso principalmente nell'Africa equatoriale e può muoversi fino a 20 km orari (quindi decisamente veloce). Alcuni esemplari raggiungono i 3-4 metri di lunghezza (quindi non è neanche tanto piccolo), in natura ha solamente due mortali nemici (che purtroppo per lui si divertono a molestarlo quando lo incontrano), cioè la mangusta e l'honey badger (tasso del miele). Entrambi sono quasi del tutto immuni al suo veleno, nella peggiore delle ipotesi l'honey badger si fa un sonnellino ristoratore e la mangusta, se non è abbastanza grossa, può avere delle difficoltà con gli esemplari più grandi. Ma hanno entrambi abbastanza aggressività e rapidità di riflessi per mantenerlo in costante tensione difensiva e poi ucciderlo. Nel film il mamba è stato acquistato da un commerciante di serpenti (che poi sarà ucciso per non lasciare testimoni), nel deserto del Mojave, una ecoregione desertica della California, situata a 160 km circa a nord-est di Los Angeles, situata fra la Sierra Nevada e i monti che chiudono la regione di Los Angeles verso il Pacifico, che a sud confina con il più assolato deserto di Sonora. Il regista (Mario Orfini), anche soggettista e sceneggiatore, decise di utilizzare dei mamba veri, e la produzione ne fece arrivare cinque dall'Africa equatoriale, i serpenti vennero sistemati in una gabbia di vetro riscaldata a 40 gradi. Per riprodurre i movimenti del mamba, Orfini usò la tecnica della steadycam (e infatti più volte nel corso del film avremo delle inquietanti soggettive dal basso). Molto buone le musiche di Giorgio Moroder (gran compositore, uno dei migliori italiani...ricordate "Fuga di mezzanotte"? beh è lui). Notevole la scena al rallenty dell'attacco alla nuca del serpente, che lei rivede con lo slow motion sul nastrotape, al 38' circa del film. Non male dopotutto.