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MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO regia di Daniele Luchetti

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  30/04/2007 22:41:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se dovessi giudicare il film da "purista", allora in giudizio sarebbe sostanzialmente negativo: posso accettare un'ispirazione da fiction televisiva, posso capire che per spiegare alle nuove generazioni cosa è stata la lotta armata si debba ricorrere a qualche compromesso stilistico e culturale, ma onestamente no, se viviamo in un'epoca fortunatamente in via di conciliazione nei confronti delle tensioni ideologiche di un tempo, vale comunque la pena di sottolineare che la lotta armata non è stata proprio e soltanto quel groppone di fanatici (di diverse ideologie) pronte a s*****ttarsi e a sacrificare anche con la vita i loro deliri rivoluzionari, e (soprattutto) che l'istinto ideologico individuale prevale comunque e su qualunque rappresaglia sociale.

A me, lo confesso, ha dato particolarmente fastidio, e parlo da uomo di sinistra (?), vedere Accio liberarsi dei pesanti fardelli della sua ideologia fascista e passare quasi dall'altra parte. Nella confusione generale, Luchetti stravolge una realtà ben più seria e tragica, facendo dei fasci una banda di teppisti folkloristici, e dei marxisti un gruppo di fanatici proletari che scandiscono slogan e retorica filo-sovietica. Non discuto che possa esserci del vero, anzi ho pensato che in fondo questo film celebra proprio la fine secolare di ogni tipo di appartenenza, però credo di poter dire - democraticamente - che esisteva anche una certa serietà ideologica in entrambi le fazioni, e comunque la si pensi.

Ma ecco che, sorprendentemente, Luchetti a un certo punto offre allo spettatore intransigente proprio quello che vorrebbe sollecitare: se provo diffidenza davanti alla banalizzazione di un passato a modo suo storico ingombrante e doloroso come la nostra storia recente, a poco a poco il film esaurisce i toni scanzonati diventando soprattutto un buon esempio di commedia che ambisce a seguire radicalmente lo schema dei film socialmente impegnati, pur mantenendo una certa (sincera, però) affettazione stilistica.
La "sobrietà" di Luchetti, che nel primo tempo stempera qua e là frammenti della "Cinese" di Godard, mi sembra tutto a un tratto la sua arma migliore.

Diciamolo, se gli spettatori vanno a vedere il film per il bel faccino di Scamarcio e trovano "dentro" cose da imparare sulla nostra storia, non solo non è un male, ma è l'unico modo tangibile ed efficace per parlare ai giovani di oggi della nostra storia, magari sollecitandoli ad informarsi di più.

Un film, pertanto, indubbiamente riuscito (forse tra i migliori del regista), soprattutto per come affronta il divario tra i due fratelli, e la loro affettività resa spesso faticosa dalle scelte individuali e dalla lotta politica in corso.

Qualche dubbio sulla rappresentazione di una "fede politica" che vede Martiri e Ravveduti, ma mentre sto dicendo tutto questo mi rendo conto che in questo momento l'unico politico che mi sembra seriamente proiettato nel futuro appartiene forse alla seconda ipotesi, ed è distante da me anni luce.

Pertanto, funziona anche la gerarchia di condividere in modo tanto naivete la divisione sociale e politica.

Ottime prove di Germano (col suo sguardo tutt'altro che rassicurante), della Finocchiaro e di Zingaretti.
Pasionaria  01/05/2007 10:10:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premesso, come ho già scritto nel mio commento, che il piano storico non sempre s'intreccia linearmente con quello privato, e che le vicende social-politiche di quell'Italia hanno unicamente ( forse troppo) il ruolo di cornice alla storia del rapporto controverso tra i due fratelli. Premesso questo, devo dirti che forse non ricordi bene come quel periodo era vissuto dagli adolescenti. Io ricordo perfettamente i voltafaccia di alcuni miei compagni di scuola, ricordo tanti che da FN in un lampo sono passati dall'altra parte( e ci sono rimasti). Pertanto non mi pare inverosimile l'improvviso cambiamento ideologico di Accio, anzi mi sembra che Luchetti abbia centrato in qualche modo il clima di quegli anni, anche se avrebbe potuto puntualizzarlo con maggiore cura ( ma non credo sia stato questo l'intento del regista).
Secondo me al film manca forse quello sguardo ironico, beffardo quasi, con il quale ha stupendamente considerato il mondo della scuola nell'omonimo film.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  01/05/2007 13:57:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima di tutto stiamo parlando di un buon regista, ma non di un fuoriclasse: nella sua carriera ha anche fatto qualche scivolone pretestuosamente demagogico ("I piccoli maestri" su tutti).
Riguardo al film, a me è sinceramente piaciuto, però (v. Pasionaria) continuo a pensare che un periodo di grande e rigorosa fede politica non veda tanto facilmente (come invece nei decenni successivi) gente passare dall'altra parte con facilità: ok il contesto politico, ma secondo me è rappresentato debolmente, con i fanatismi dell'uno e dell'altro, quelli di destra vagamente invasati, quelli di sinistra guardacaso promossi a deliri intellettuali (sbagliati, eccessivi, ma culturali v. Beethoven). Mi va benissimo, è giusto che si parli di questo e che il messaggio arrivi agli spettatori, ma c'è qualcosa che non quadra completamente Oltretutto (v. spoiler) .... pertanto se vogliamo mettere fine ai binari ideologici anche attraverso film come questi, sarebbe giusto ammettere che il fascismo è stata una forma di prevaricazione borghese e il comunismo una liceale concezione di prevaricazione anticlassista davanti a cui tutto era concesso per il "bene della democrazia". Sto parlando di quei "formidabili anni" che Capanna ha spesso ambiguamente esaltato

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Pasionaria  01/05/2007 15:36:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nessuno ha ritenuto Luchetti un fuoriclasse. Ribadisco, Luca: nel periodo post sessantottino, che io ho vissuto( erano gli anni di piombo) succedeva, e spesso anche, l'improvviso mutamento di fede politica, te lo assicuro. Ma tu sottolinei che non pensi ciò possa essere accaduto negli anni '60. Beh, su questo non ci giurerei, ero troppo piccola e non ne ho diretta testimonianza.
Oggi potrebbe essere possibile porre fine ai binari ideologici, come tu dici, ma certamente non attraverso un film del genere, che pur meritevole, evidenzia dei vuoti di sceneggiatura notevoli. Anche se non credo affatto, come sostiene LP, che Luchetti abbia voluto sminuire un periodo storico così particolare per seguire la tendenza del momento, cioè rinnegare il contesto in cui la sinistra si è espressa con una partecipazione popolare ormai dimenticata.
Sono convinta invece con LP che era meglio il disordine di allora, nonostante gli eccessi ideologici, che il vuoto di oggi.
Invia una mail all'autore del commento L.P.  01/05/2007 16:03:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io purtroppo lo so per certo questo, Pasionaria...e te lo dico con un dispiacere immenso. C'è un progetto preciso dietro a questo film.
Ah, sapete che il mitico Sca-moscio ha detto di non essersi voluto documentare sul periodo storico del film perchè lui recita "a istinto"? :D
Pasionaria  01/05/2007 16:11:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che tristezza!
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  01/05/2007 20:48:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In parte comprendo le vostre opinioni: ammetto di avere un'opinione individualistica di quel periodo, resta il fatto che io avrei preferito vedere Accio vivere da fascista, anzichè improvvisamente sceso a patti con la propria coscienza civile
Invia una mail all'autore del commento L.P.  01/05/2007 21:40:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il problema è che il romanzo da cui è tratto il film (Il fasciocomunista, che consiglio a tutti di leggere) ha come argomento principale la crisi ideologica di Accio e il suo passaggio dal' altra parte del,a barricata. Solo che, nel romanzo, questo passaggio è spiegato, approfondito e non appare repentino e ingiustificato come nel film. La conversione è presa di coscienza, lenta, meditata, sofferta, pur mantenendo sempre quella patina ironica che contraddistingue il personaggio di Accio.
Insomma, leggetevi il libro e ne guadagnerete in salute :D
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  01/05/2007 13:58:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Resta il fatto che il clima degli anni sessanta, perlomeno per la vitalità che lo rappresentava, è realizzato magnificamente
Invia una mail all'autore del commento L.P.  01/05/2007 15:07:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma è su questo che non sono d'accordo. Il clima di quegli anni non è neanche sfiorato. Lo stesso Accio dice a più riprese di non aver proprio vissuto il '68, perchè era troppo impegnato a fare "altro". E' chiaro l' intento di Luchetti, un intento politico, quello di voler sminuire l' importanza storica di un periodo del genere, perchè oggi fa tanto intellettuale "de sinistra" rinnegare un passato sicuramente scomodo, ma molto più fecondo e stimolante del grigio presente che viviamo.
maremare  02/05/2007 01:25:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quoto
maremare  01/05/2007 01:55:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
caro kow stavolta non mi trovi daccordo.

la prima parte del film (e per prima parte intendo quella fino all'arresto di zingaretti) la trovo la migliore.
è molto luchettiana: è raro vedere la capacità di un regista di fare recitare con tale naturalezza tutti i suoi attori. c'è una scena iniziale, quando vengono presentati i vari componenti della famiglia (si trovano in piazza, passeggiano e manca solo il padre) che è di una naturalezza propria del buon cinema e non della fiction.

era frequente negli anni 70 trovare ragazzi che passavano da dx a sx e viceversa. l'ideologia era trattata alla stregua di una fede calcistica.
e se non ti schieravi non eri 'in'.

il miglior film di luchetti rimane 'la scuola'. ma lo hai visto?
maremare  01/05/2007 02:01:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti dirò di più. come ho scritto ad un altro utente, se il film fosse finito mezz'ora prima (quando la ragazza rivela di essere incinta, si trova sul prato a piedi scalzi con germano, poi arriva scamarcio e giocano tutti e tre) a mio parere sarebbe stato un piccolo gioiello.