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MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO regia di Daniele Luchetti

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vito corleone     7½ / 10  01/07/2008 20:03:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lucchetti ha fatto centro.
La bella sceneggiatura non originale tratta dal romanzo "Il fasciocomunista" di Pennacchi vede il protagonista Accio (chiamato cosi' perche' ritenuto ingiustamente cattivo) crescere in una famiglia ingiusta,ignorante, che gli dona poco affetto e poca fiducia e gli dedica meno attenzione rispetto ai fratelli maggiori.
Questa carenza affettiva viene colmata da Accio con la politica.Dapprima viene indirizzato nel Movimento Sociale Italiano dal venditore di tovaglie Mario, e successivamente entrera' nella sezione comunista del fratello Manrico e della sorella Violetta.
In realta' il ragazzo,nonostante,sia preparato sulla storia e gli ideali di ambedue i partiti non è interessato alla politica,bensi' è alla ricerca di nuove amicizie,dell'amore e di qualcuno che lo comprenda.
Il profondo senso di giustizia di Accio determinera' la rottura con i 2 schieramenti.
Il motivo della cancellazione della fede fascista avverra' per un vigliacco pestaggio che dovra' subire dai suoi "amici" per aver fatto notare ad un dirigente del partito di non essere mai presente durante gli interventi d'azione e per la decisione dei "neri" di voler bruciare l'auto del fratello; mentre l'abbandono della nuova fede comunista avverra' per colpa dell'ipocrisia del partito del popolo che aveva promesso case (gia' assegnate tra l'altro) che invece non vuole dare e per il fratello che tradisce la sua fiducia mentendogli e dimostrando,con il furto e l'aggressione al direttore di fabbrica,di essere solo un delinquente e non un rivoluzionario.
Accio non è cattivo,ma solo inconpreso: dimostra fedelta' e lealta' al fratello non approfittando dell'invaghimento della sua ragazza e dimostra affetto al resto della famiglia e senso di giustizia verso i bisognosi irrompendo nel municipio e organizzando l'occupazione degli assegnatari (gli "ultimi") delle case.
Non c'è rancore da parte del ragazzo poco amato (la madre lo considera un demonio) e a volte sfruttato dalla famiglia (Violetta odia il suo ideale e fa la pacifista comunista,ma lo incarica di gonfiare un suo ex scoprendo che un fascista in famiglia faceva comodo!).
Grandissima interpretazione del giovane Elio Germano,purtroppo non si puo' dire lo stesso dell'altro protagonista (Scamarcio),pessimo attore incapace di abbozzare un'accento romano o quanto meno da abitante di Latina.
Nonostante la pellicola abbia una comune stupida sottile velatura che vuol far pendere piu' i "rossi" dalla parte della ragione,il regista rimane abbastanza neutrale effettuando una trasposizione cinematografica storica e politica che evidenzia pregi e difetti di entrambi gli schieramenti.