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MIO FRATELLO E' FIGLIO UNICO regia di Daniele Luchetti

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yonkers86     8 / 10  28/02/2010 14:25:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film che sinceramente ha superato anche le mie più rosee aspettative, divertendomi e appassionandomi dall'inizio alla fine.
Luchetti costruisce benissimo uno spaccato del decennio più difficile della nostra storia recente, fatto sia di divergenze ideologiche ma ancor prima divergenze generazionali ed esistenziali.
I fantastici anni '60 son stati riprodotti a regola d'arte, i vestiti, le macchine, l'attitudine di vivere quegli anni come se si potesse realmente cambiare qualcosa, la facilità di amare, il sesso sregolato, l'identificarsi in un ideale.
La trama è sviluppata benissimo e non si perde in un banale conflitto di ideologie politiche contrastanti come si poteva pensare, ma anzi tocca tasti ben più profondi ed importanti, come la difficile coesione familiare degli anni, l'amore e l'affetto fraterno e il peso che alcune scelte hanno nell'economia della nostra vita.
Io non penso che questo film sia stato fatto con intenti propagandistici, ne tantomeno per sensibilizzare la gente riguardo determinate tematiche, che si sono importanti ma a mio avviso secondarie nello sviluppo della pellicola.

Elio Germano, come al solito, si attesta su livelli davvero eccellenti; il suo personaggio è davvero fenomenale, schietto, sanguigno, impulsivo ma allo stesso tempo generoso e riflessivo. A mio avviso una perfetta ricostruzione della disordinata e confusa mentalità di un adolescente in quel periodo.
Con mia grande sopresa, invece, Scamarcio non ha il ruolo da protagonista come invece si poteva pensare. Nonostante ciò il suo personaggio ha molto spessore e carisma ed è molto importante per riuscire a comprendere meglio alcuni passaggi e alcuni cambiamenti della vita del fratellino.
Bravissima anche Angela Finocchiaro, che per l'ennesima volta dimostra di essere un'attrice cinematografica molto sottovalutata, che interpreta benissimo il ruolo difficile che aveva una madre in quel tempo.
Bravo anche Zingaretti nel ruolo dell'iniziatore politico di Accio.

Sicuramente il miglior lavoro di Luchini, sia dal punto della pellicola in se, sia dal punto di vista tecnico e della regia.
Ho apprezzato molto alcune scelte di location, che alternavano dai quartieri popolari alle zone bene per rendere meglio il dislivello sociale che caratterizzava gli anni.
Fotografia giustamente un tocco retrò, con un bel gioco di luci e di chiaroscuro.
Ho apprezzato particolarmente poi la colonna sonora, visto che son state scelte canzoni un pò dimenticate di quegli anni e mi ha fatto davvero piacere risentirle.