"Chiedo asilo" uscì solo un anno dopo "Ciao maschio". Gerard e Roberto (credo il miglior Benigni di sempre) sono personaggi quasi omologhi, malinconici ragazzi affetti dalla "fobia del figlio", entusiasti della vita senza esservi davvero attaccati. Il frollo spirito paterno di Gerard aveva trovato la sua perfetta effigie in un cucciolo di scimmia, l'indole dolcemente irresponsabile di Roberto è tutta fotografata in una ciurma di bimbetti. Roberto li ama, allo stesso modo tenero e incosciente in cui amerebbe i cuccioli di qualsiasi specie animale. Non vuole avere nessuna autorità su di loro, lascia che i corpicini infantili siano liberi di vedere e toccare, nonostante i pericoli incombenti. Roberto è per certi versi un personaggio più positivo di Gerard, certo meno abulico e vigliacco. In una spiaggia tutta ferreriana Roberto e il piccolo Gianluigi recitano per pochi istanti la felicità, riconoscendosi come un padre e un figlio smaniosi di riabbracciare la madre ( "ma sarà vero che è la nostra mamma il mare?"). Vengono sommersi dalle acque, come porti sepolti, in un naufragio che è fortemente metaforico, onirico, necessariamente poetico. A rompere l'effetto di surrealtà, pure così stranamente credibile, sopraggiungono le urla del figlio che la compagna ha appena dato alla luce crepuscolare. "Chiedo asilo" non ha la limpidezza né la crudeltà di "Ciao maschio", eppure mi ha profondamente commosso, perché nella sua tanto misura irrisolta e misteriosa è un film splendido.
pier91 08/07/2012 23:16:04 » Rispondi *misura tanto irrisolta e misteriosa...