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Z, L'ORGIA DEL POTERE regia di Costa-Gavras

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amterme63     8 / 10  27/03/2008 20:34:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film ha ormai 40 anni, ma secondo me non li dimostra. I fatti di Genova del 2001 stanno ancora lì a dimostrare che forze oscure e deviate continuano a nascondersi dietro la facciata delle istituzioni pubbliche (soprattutte nelle “forze dell’ordine”), pronte a derogare ai principi democratici per fini di parte. Ben venga quindi un film del genere, teso a spiegare questo fenomeno nel suo tipico schema. Certo ai tempi del colpo di stato in Grecia fatto dai Colonnelli, la cosa era più visibile e scoperta, ma ripeto, il modello è ancora attuale.
Prima di tutto, nel film, si presentano le forze politiche e istituzionali che non hanno altro scopo che quello di preservare e continuare il più a lungo possibile il loro potere. Per questo non esitano a eliminare e a intralciare l’opera degli oppositori, contravvenendo pure alle regole costituzionali e se messi alle strette possono addirittura rovesciare il sistema. Non si fanno quindi alcuno scrupolo.
All’inizio utilizzano trucchi vari di carattere amministrativo burocratico (non concedere autorizzazioni, ecc.), grazie al fatto che i servizi pubblici sono per lo più corrotti e retti con l’arbitrio. Poi non esitano ad arrivare all’intimidazione diretta, sfruttando gruppuscoli di facinorosi aizzati da infiltrati o provocatori (oggi sarebbero gli ultras calcistici).
Le persone che vengono colpite non sono gli oppositori più esagitati o violenti (tipo Black Block a Genova) che anzi vengono lasciati operare indisturbati, ma i gruppi più intellettualizzati, più consapevoli, tipo i pacifisti, in genere chi vuole far scoprire il gioco sporco all’opinione pubblica.
Nel film il disegno dei poteri deviati riesce ma finisce per essere portato alla luce grazie ad alcune singole persone e singoli funzionari pubblici (magistrati) che ancora credono nei principi di tutela collettivi e fanno il “loro dovere”. Un ruolo fondamentale ce l’ha anche la stampa “libera”, almeno quella che ancora riesce a farsi sentire. Questi poteri non si fanno però espropriare con le buone, la loro pelle la vendono cara; il serpente reagisce, non si fa schiacciare la testa.
Fin qui il film rende un servizio esemplare, tanto che secondo me andrebbe fatto vedere nelle scuole, giusto per far capire ai giovani certi retroscena ancora possibili. La parte più prettamente cinematografica è resa in maniera forse meno curata. I personaggi vengono analizzati psicologicamente in modo non molto approfondito, sono più che altro portatori di comportamenti politici. Nel film si usa molto l’arma dell’ironia. Il regista si vendica con i “cattivi” facendoli apparire tronfi, ridicoli e fanatici, forse in maniera troppo macchiettistica. Gli esecutori invece appaiono dei poveri diavoli facilmente corruttibili. Uno addirittura è descritto come un pedofilo. Un po’ di ironia è rivolta anche ai “buoni”, visti come ingenui, troppo fiduciosi o troppo accesi e pronti a cadere nella trappola della provocazione. Inoltre si cerca di usare uno stile un po’ sperimentale (usava all’epoca) con un ritmo abbastanza veloce che si affida a stacchi improvvisi nel montaggio, con funzione di contrasto. Tutto in funzione di rendere chiaro uno schema che secondo me è ancora attualissimo.