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FESTA PER IL COMPLEANNO DEL CARO AMICO HAROLD regia di William Friedkin

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  19/03/2007 20:55:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno script che non tradisce di certo l'origine teatrale della vicenda, interpretato da attori pressochè misconosciuti anche se in un paio di casi (Robert Culp) abbastanza noti al pubblico americano.
Potrebbe essere una comune commedia gay se non fosse un film istintivamente crudele, con un gioco di tensioni emotive che sfociano nel dramma esistenziale. Un film sull'accettazione di sè e sulla "Maschera" di un'etichetta che, in fondo, è solo un comodo arbitrio (in certi casi) per sentirsi libero e fiero della propria scelta.
Mi sembra percio' particolarmente eloquente a riguardo la figura dell'"ospite" che si definisce eterosessuale, che si sente minacciato dall'esibizionismo sfrontato della piu' "checca" del gruppo, pretendendo di omologarsi (ehm) al mondo meno stereotipato dei gay in cui non si riconosce.
Sembra che il gioco crudele e sadico dei ricatti fosse molto diffuso in un mondo che non aveva ancora accettato l'omosessualità come realtà sociale.
Il film è sgradevole, irritante ma appassionato come pochi. E si avvale di splendidi interpreti. Il tema esistenziale, stranamente molto diffuso negli anni ottanta ("il grande freddo", "gli amici di Peter") è trattato con una piccata determinazione melodrammatica: il gioco delle telefonate per dire "ti amo" a qualcuno è doloroso e brutale, e incentiva soprattutto l'attitudine masochista della condizione gay, e del rifiuto di sè