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NASHVILLE regia di Robert Altman

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Terry Malloy     9½ / 10  02/03/2008 14:37:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devastante, paragonabile solo ad “America Oggi”.
Un’opera colossale che se anche in forma quasi documentaristica e anonima, entra nell’interiorità dei personaggi con cristallina sincerità.
Scolpiti nella loro tipologia ideale i musicisti di Nashville e coloro che gravitano loro intorno sono esenti da una responsabilità totalizzante da parte del regista/giudice.
Altman pare osservare come in realtà il potere sia solo formalmente in mano ai potenti e sceglie di spostare il punto di fuga della responsabilità di un impoverimento della coscienza valoriale verso “la folla”.
Prendere un evento musicale monumentale nei ’70 era forse il modo migliore per scavare nella sofferenza di una nazione, non a caso la prima canzone che ascoltiamo è il ribadire di un orgoglio ingiustificato che palesa la crisi piuttosto che nasconderla: “ma dobbiamo averne di qualità per aver durato 200 anni”. La musica come affabulazione generale è spregevole quanto normale per una società che è una storica creatrice di miti e sogni.
Ma la responsabilità è della “gang” (come lui la definiva) di presidenti o soprattutto di un popolo fondamentalmente poco colto che considera genii piccoli musicisti fagocitati dal sistema e relega i discorsi di un anonimo candidato politico (al quale poi affideranno la loro stessa vita) negli altoparlanti dei parcheggi?
Rimane che la devastante azione demistificatoria di Altman rappresenta uno dei livelli più alti a cui il Cinema sia mai arrivato.