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CASOTTO regia di Sergio Citti

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elio91     8½ / 10  13/07/2014 16:21:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una scena di clamorosa eloquenza: Ninetto Davoli versione voyeur pratica dei buchi nella cabina, poi esce fuori; la telecamera avanza lentamente, si posizione nel buco e spia la squadra di pallavolo femminile mentre si sveste. Natiche, peli pubici pettinati, sculacciate... il massimo per lo spettatore voyer.

Per me, Casotto è film di altissimo valore, a suo modo raffinato pur nella carnalità che lo possiede e nel gretto (grottesco) in cui si insinua, mostrandoci un'italietta provinciale, banale, meschina e falsa, in piena crisi di coscienza tra pudicizia e liberazione sessuale, boom economico e povertà, sentimenti borghesi e aspirazioni edonistiche. Incapaci di venirne a capo, i personaggi di "Casotto" sono una massa di interessanti esemplari umani, impreziositi da interpretazioni di eccellenze: dalla Melato a Crocco, da Tognazzi a Proietti, fino ad arrivare alla clamorosa Jodie Foster quindicenne doppiata in romanesco, reduce da Taxi Driver; e mettiamo in conto anche il cameo imprevedibile di Catherine Deneuve in territorio onirico.
Collaborazioni frutto dell'interessamento al progetto di Mastroianni, poi sostituito da Tognazzi egregiamente.

Sergio Citti, orfano di Pasolini, fu attaccato nuovamente con durezza dalla critica dell'epoca, lo stesso vale per lo sceneggiatore Vincenzo Cerami. Eppure proprio la "liberazione" da Pasolini, o piuttosto il modo in cui Citti ne è stato influenzato positivamente, rendono il film lontano dall'ermetismo fastidioso visto in "Ostia".
Anzi, quest'opera è un gioiellino per nulla trash come qualcuno lo ha inteso, e alla fine si può esclamare come Michele Placido alla fine del film "a me il mare non piace". Mi sarò ritrovato anch'io nel disgusto dei costumini e dei corpi disfatti arsi dal sole, dal cibo trangugiato avidamente e altrettanto avidamente il sesso come ricerca compulsiva al di là del suo valore effettivo... ma a me "Casotto" sembra un grande film, da riscoprire.
Diretto dal più sottovalutato cineasta del nostro cinema, altro che Fulci.