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IL CARTAIO regia di Dario Argento

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dagon     2 / 10  08/08/2015 19:50:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io veramente quasi pagherei per sapere cosa, da un certo punto in poi, è successo ad Argento. Dopo essere stato uno dei maggiori esponenti del giallo all'italiana negli anni '70, con film che sono di riferimento di un genere, e dopo comunque aver rivolto la sua attenzione almeno all'aspetto estetico e alla sperimentazione stilistica anche in film non riusciti come "Inferno", passati, pur con i loro difetti, Tenebre, Phenomena ed Opera (devastato dal sottofinale), Dario è impazzito e soprattutto sembra esser stato sostituito da qualcun altro, realizzando una sfilza di film ignobili e quasi dilettanteschi. "Il cartaio" è uno dei più rappresentativi in questo senso. Al di là di una sceneggiatura oscena, non c'è mezza sequenza in cui si riconosca la mano del regista. Le scene nella centrale di polizia sembrano uscite da un telefilm (purtroppo non "true detective" ma "carabinieri" o simili); i film di Argento non si sono mai distinti per le interpretazioni, ma questo credo che, in termini di cagneria, non abbia eguali. Non credo ci sia nulla di peggiore di un pessimo attore che si doppia e qui siamo a livelli che vanno oltre l'imbarazzante. Va osservata, in questo senso, anche la prova dei figuranti: nelle scene presso la polizia danno sempre l'impressione che abbian detto loro: "boh muovetevi, fate finta di far qualcosa" (si noti soprattutto il tizio che riprende a casaccio con la telecamera). Dopo circa mezz'ora, quando pensi che il film si sia assestato sul suo bassissimo livello, c'è ancora, incredibilmente, spazio per un ulteriore peggioramento con l'ingresso di Muccinetto che eleva al cubo il già elevatissimo tasso di cagneria. Alla fine ti viene quasi il dispiacere che manchi Asia, immaginando a cosa si sarebbe potuti arrivare aggiungendo anche lei al cast. In tutto ciò, il povero Cunnigham ne esce come Laurence Olivier. Il colpo di scena "sonoro" è modellato un po' su quello de "L'uccello dalle piume di cristallo" (a proposito di un altro Argento). La sequenza finale sui binari è qualcosa di indescrivibile: un distillato di nonsense, dialoghi orrendi ed interpretazioni penose (...Santamaria...marònna...),
Diciamo che è un film che non può mancare in qualunque maratona trash con i vostri amici: attrezzati con schifezze e birre, genererà lazzi e commentacci come pochi altri film. Garantito. (Si trova ancora in rete il video di una proiezione pubblica con annessi commenti sbeffeggianti, in diretta, del pubblico).