caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

L'UOMO DALLA CRAVATTA DI CUOIO regia di Don Siegel

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Thorondir     7½ / 10  28/04/2023 11:06:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È certamente vero, come è stato notato da altri commenti, che questo film di Siegel soffre di tutta una serie di stereotipi più o meno radicati nel genere poliziesco statunitense dell'epoca. È altresì vero che la cosa più interessante del film è questo sguardo con cui Siegel trasporta il west all'interno della metropoli per eccellenza, New York: fin dall'inizio chiaramente western e poi con i vestiti, gli stivali, il modo di fare di Eastwood, siamo di fronte ad una sorta di "ibridazione", al racconto (certamente stereotipato, basta vedere il ricorrente errore dei newyorchesi di comprendere la differenza fra Texas e Arizona) del mondo dei cowboy con quello della polizia burocratica. Insomma, la differenza tra sceriffi di frontiera e poliziotti urbanizzati, quasi che Siegel volesse in tal modo ribadire le due anime degli Stati Uniti, l'"America profonda" e la costa che rispetta le regole della polizia. E l'inseguimento finale dello sceriffo al fuorilegge non è forse uno degli elementi classici del cinema western, solo con le moto al posto dei cavalli? Interessanti sono anche le scelte di fotografia così accese e fluo, per certi versi inusuali per un regista di rottura come Siegel ma pur sempre cineasta dentro determinati canoni estetici hollywoodiani. Scelte che anticipano quelle di "Dirty Harry" e "Chi ucciderà Charlie Varrick?" Già solo per tutto questo mi sembra un film non poi così minore (come spesso si ritiene) della filmografia di Siegel.