Terry Malloy 8 / 10 02/04/2008 17:59:35 » Rispondi Meraviglioso film che certo si può ascrivere a una sorta di Cinema sociale, tipico di Germi, ma che sviluppa un certo lato esistenzialista. Quasi che il regista abbia tentato una dualità di messaggio, ovvero denuncia sociale e studio della condizione umana. Mi viene in mente a proposito di ciò il film dei Coen “Barton Fink” che ho guardato in questi giorni e che tratta della sofferenza di un personaggio che tenta il pericoloso racconto esistenziale del lavoratore medio, senza peraltro riuscirvi…Germi qui è stato superbo, inarrivabile. Sviluppa il suo soggetto non solo nel tipo umano del lavoratore, del padre, ma anche e soprattutto dell’Uomo; e il titolo è significativo (l’immagine finale). Bellissima la scelta della narrazione in prima persona fuori-campo che nel finale verrà sostituita da quella della moglie, personaggio interessante, in una dolente annunciazione (“Come faremo a dimenticare?”) che stupisce per il pessimismo e il cinismo, insoliti per il Cinema leggermente ingenuo di Germi. Sceneggiatura accurata e studiata, molto matura e interessante, sviluppo notevole e padronanza del mezzo indiscutibile. Germi si riconferma uno dei massimi registi del cinema italiano, un film da vedere e rivedere. Superiore anche al ben più noto “Ferroviere”.