28 SETTIMANE DOPO regia di Juan Carlos Fresnadillo

Molte le assurdità.
Nella scena iniziale ci si chiede ad esempio come mai i rifugiati non si siano magari trasferiti in soffitta, posto di certo meno raggiungibile dagli infetti. Molto bella invece la scena dove il marito lascia la moglie e fugge tra i prati inseguito da quell'orda di zombie.
L'idea di ripopolare la Gran Bretagna è interessante, se solo le cose non fossero sembrate così affrettate. Addirittura neanche la sola Londra è stata completamente controllata, e già 15.000 persone vengono buttate allo sbaraglio.
L'esercito americano che aspetta chissà cosa per fermare due ragazzini in fuga poi, è davvero ridicolo, così come è ridicolo il fatto che la madre probabilmente infetta non sia affatto controllata, e dunque il marito può tranquillamente andare da lei come se nulla fosse.
Bella la scena dell'inizio del contagio, dove in quella sala si respira il panico puro. Purtroppo però, ciò fà a botte con l'assurdo di tutto ciò. Come possono infatti dei militari chiudere tutte quelle persone in una sala non sicura affatto? Dove un solo infetto è in grado di sfondare una porta?
Molto bella la scena del cecchino, con la gente in fuga inseguita dagli infetti, il tutto ripreso dall'alto. Effetti speciali davvero riusciti, con una Londra in fiamme.
Divertente la scena dell'elicottero che stermina gli zombie.
Inverosimile l'esercito che spara su tutto e tutti, anche su di una macchina in corsa, come se gli infetti sapessero guidare.
Ricca di tensione la scena dove si scende in metropolitana, anche se la donna avrebbe potuto passare davanti ed i ragazzi dietro.
Il padre zombie che si salva ci può stare, ma le coincidenze sembrano esser troppe. Addirittura sembra che dia la caccia ai figli. Forse, è proprio quello che fa.
Il finale è riuscito, gli zombie che corrono con lo sfondo della Torre Eiffel ci lascia dunque in sospeso. Ci sarà forse un terzo capitolo?
Magari, "28 Mesi dopo"...