JOKER1926 7 / 10 17/02/2012 02:00:36 » Rispondi Sempre le animazioni, assi cronici del regista Jan Svankmajer, muovono i fili e del "senso" in un corto di otto minuti. "A Game with stones" si esalta in un contesto unico, un'unica scenografia composta da pochi oggetti, un orologio, una pentola e le pietre. Da questi oggetti è possibile trarre immediatamente il messaggio che la regia vuole lasciare a chi guarda il cortometraggio, oltre al grande lavoro tecnico con le inquadrature dell'orologio, Svankmajer cerca di rappresentare il ciclo della vita, le pietre sono gli individui. In linea di massima paragonare "A game with stones" a "Meat love" è indice di grande intelligenza critica. Anche in "Meat love", con la carne, la regia mira a proporre in scena un'ascesa e il consequenziale decesso di un corpo che muore (nel frangente in una pentola, guarda caso!) Questo cortometraggio del 1965 risulta persino metodico nella sua messa in scena ma sono proprie le ripetitive sequenze a donare spessore e messaggio; qui la chiave di lettura di Svankmajer tende verso un pessimismo dettato dal fatto che pure il tempo, una volta rotta la culla, gira a vuoto su se stesso annullandosi da solo. Il mucchio finale di pietre non è altro che la "massa" che non ha più un determinato collocamento; le cause di questo collasso sociale/umano è dovuto a ragioni che possono esser interpretate in diverso ed affascinante modo.