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OLYMPIA regia di Leni Riefenstahl

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  03/04/2007 00:33:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' facile tirarsi addosso tutto il pregiudizio possibile per la Riefenstahl (ma che vita affascinante, oserei dire) e per un film che sicuramente sarà un must nella videoteca ideale di ogni naziskin/decerebrato che si rispetti.
Ma non è facile nemmeno acclamare un film del genere senza scontrarsi con l'ideologia nazista di cui è permeato, e al tempo stesso arrendersi davanti alla capacità tecnica della suddetta opera, che ha in tutto e per tutto (e nonostante tutto) la bellezza e, appunto, l'apoteosi (come il titolo di un episodio del film) del CAPOLAVORO.
Film di propaganda nel senso piu' deleterio del termine, ma anche la consacrazione di una grandissima regista, capace di suggestioni visionarie (notevole l'influenza del surrealismo francese, di Vigo e del lirismo di Flaherty) a incentivare la bellezza fisica dello sport favorito, della competizione, della vittoria umana.
Emblematiche le sequenze di nudo maschile e femminile atte a celebrare la bellezza fisica della razza ariana: sono sequenze affascinanti, e mentre dico questo già mi ribello al fatto che credo che questo film ideologicamente indifendibile (o magari solo ambiguo) sia una delle piu' grandi opere visionarie del XX Sec.
E' altrettanto ambigua la vicenda della premiazione dell'afroamericano Jessie Owens, che viene immortalato durante la premiazione per pochi secondi.
Come racconta la storia, il Fuhrer si rifiuto' di dare la mano a un'uomo di colore, e probabilmente parti di questa vicenda sono state tagliate in fase di produzione, su imposizione dello stesso partito nazista che finanziava il film.
Insomma, opera da odiare per ovvi motivi, ma di una bellezza indiscussa.
Sulla Riefenstahl, confesso che mi intriga molto: mi basta sapere cio' che è diventata negli ultimi due decenni di vita, paladina dei diritti umani proprio in Africa, per riabilitarla o, forse, confondere la mia opinione su di lei
jmarra  31/05/2007 16:07:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se si dovesse criticare un film in base a un pregiudizio ideologico butteremmo nel cesso tutto griffin,kazan,ford e gran parte dei capolavori della storia del cinema.
amterme63  24/05/2007 19:00:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo perfettamente con il tuo commento e con l'impostazione che gli hai dato. Non si può nascondere che questo sia un "bel" film anche se non si è d'accordo con l'oggetto rappresentato.
Ti vorrei però domandare se oggi riscriveresti lo stesso commento per la Corazzata Potemkin. Sinceramente sei stato allora troppo severo. E' vero che è un film molto retorico, ma che bellezza!!
La sua retorica poi, a mio parere, è più condivisibile rispetto a quella della Riefenstahl. In fondo la gente umile era stata oppressa senza pietà per secoli. Si può spiegare facilmente la foga contro i "potenti".
fra81fra  21/04/2007 10:29:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vorrei vedere una recensione su un film di leni riefenstahl in cui non ci si debba sorbire almeno ogni due frasi, o a chiosa di qualche lode, la giustificazione "ah ma io non sono d'accordo, eh?... però è bello".. che si riesca a raggiungere per una volta una maturità critica, senza bisogno di inserire alla fine la riefenstahl "paladina dei diritti umani PROPRIO IN AFRICA"(!!EVVAI!!)... se si giudica un film, lo si giudichi in modo scevro dal contenuto idelogico politico che lo stesso film trasmette, una volta per tutte! e non fate i cagasotto!!
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  22/04/2007 01:11:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai perfettamente ragione... ma vedi, si dà il caso che il film esalti il prototipo fisico della razza ariana in molti suoi aspetti, e questo è difficile tralasciarlo non credi? Leni Riefenstahl è una figura intrigante anche per la sua ambiguità, altrimenti non staremmo qui a parlare di lei. A parte il fatto che era un'eccellente fotografa e un'ottima regista (un po' come Flaherty qualche anno prima). Comunque non prendertela con me, ma con Hollywood: se da ben sei (SEI!!!) anni un film biografico su di lei viene annunciato e non si riesce mai a fare, vuol dire che o è un personaggio ancora scomodo oppure neanche in America hanno le idee chiare sul personaggio
fra81fra  24/04/2007 19:03:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bene allora adesso faccio una bella recensione del trionfo della volontà
Torok_Troll  24/02/2012 23:47:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Veramente Jesse Owens scrisse per sua stessa ammissione nella sua biografia personale "Dopo essere sceso dal podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d'onore per rientrare negli spogliatoi. Il Cancelliere tedesco mi fissò, si alzò e mi salutò agitando la mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Penso che giornalisti e scrittori mostrarono cattivo gusto inventando poi un'ostilità che non ci fu affatto."
In oltre, per ironia della sorte, fu il presidente statunitense dell'epoca, il tanto "democratico" Franklin D. Roosevelt, in quel periodo impegnato in un'elezione, e preoccupato della reazione degli stati del sud (e non solo di quelli, ma anche yeenke), a cancellare un appuntamento con il pluriolimpionico alla Casa Bianca. Owens fece notare in seguito che fu Roosevelt, e non Hitler, a snobbarlo.
E comunque... non vedo perchè bisogna dare addosso a Von Riefenstahl o ai suoi film?! Anche se son film di propaganda nazionalsocialista, che primeggiano la bellezza bianca ed ariana (e non vedo che ci sia di male), lei non ha mai diretto roba tipo "Jud Suss" (che comunque anch'esso andrebbe visto con un certo giudizio più obbiettivo, secondo me) o film che dessero addosso ad una determinata razza o categoria di persone, no?!