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BARRY LYNDON regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento doncorleone     10 / 10  07/02/2006 23:55:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccolo il capolavoro il cui fulgore viene meno percepito, considerandolo, a torto, un mero esercizio di stile o peggio ancora un film di transizione indegno di figurare vicino agli altri capolavori del Maestro. Barry lyndon invece nella mia modestissima opinione è la summa del cinema kubrickiano (al pari di 2001 odissea nello spazio di cui rappresenta un pò il rovescio speculare), l'espressione ottima e massima dell'ars poetica del cineasta americano, basti per tutti l'eufonica, la sublime scena iniziale: una delle sequenze più emozionanti e più "alte" del cinema tutto.
Sceneggiatura pressocchè perfetta, senza grinze, colonna sonora maestosa nel suo incedere, regia, fotografia magistrali, il tutto condensato (oppure dilatato) in 3 ore senza mai cedere alla noia o alla ripetizione; è un film davvero da rivalutare per la sua forza, per la sua intensità e per la sua attualità anche se è apparentemene un film "storico". Inoltre non è offerto giudizio morale giacchè si mostra, si illustra, si proietta solamente una parabola esistenziale (trasportabile in qualsiasi epoca) in cui sono ravvisabili molti dei tratti salienti della vita umana, si tratta quindi di un'opera compiuta e completa, esauriente, una cartina al tornasole dell'homo di cui kubrick si rende autore superbamente. Perciò nell'analisi dell'umanità che Kubrick ha tenato di delineare in tutta la sua attività registica non può essere certo trascurato l'apporto considerevole di questa pellicola.
Da rivalutare, sfolgorante.
frine2  10/02/2006 00:55:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Be', sarebbe doveroso riconoscere anche il contributo del libro di Thackeray a quella ricostruzione di una 'parabola esistenziale' fuori del tempo, cui opportunamente ti riferisci. Non a caso, già Thackeray faceva riferimento ad un'epoca antecedente (anche se, come è ovvio, meno distante). La vicenda di Barry Lyndon è da considerarsi paradigmatica: gli specifici riferimenti storici, prevedibilmente molto curati, sono tuttavia accessori.
Tuttavia, in un film ambientato nel '700, mi aspetterei più approfondite indagini sulla specifica realtà storico-sociale di quel periodo, cruciale nelle sue innumerevoli contraddizioni (è il secolo dell'Illuminismo, ma anche di Cagliostro e del mago Etteilla!).