elio91 6 / 10 08/10/2010 12:12:52 » Rispondi Tanti episodi ma solo uno da ricordare,forse l'unico motivo per vedere questo ennesimo lavoro a episodi che negli anni era tanto in voga. Non siamo davanti al migliore certamente,gli episodi sono altanelanti e tranne due eccezioni anche bruttini. Ovviamente quello di Pasolini è bellissimo e profondamente poetico,mentre il satirico episodio di Steno riesce a smuovere qualche risata. Ad accomunare tutti i segmenti,oltre alla comparsa quà e là di Totò e della Mangano,è il registro grottesco delle vicende.
1-La bambinaia (Monicelli): voto 6 Niente di che,molto corto e con una Mangano sempre impeccabile,dall'esito abbastanza scontato. Non fa ridere ma dura poco ed è ben assortito.
2-Il mostro della Domenica (Steno): voto 7 Gli episodi con Totò sono i migliori,in questo caso la trama grottesca poggia tutta su di lui,eccezionale nel tratteggiare un personaggio diabolico in una cornice satirica che riesce a divertire.
3-Perché? (Bolognini): voto 5 Corto,troppo corto. Dovrebbe trasudare cinismo ma non riesce a dire nulla.
4-Che cosa sono le nuvole? (Pasolini): voto 8 Ovviamente,come detto da tutti,è quasi sprecato in un film a episodi così poco convincente. Pasolini dà vita alla parte più poetica di tutte con un Totò che firma il suo testamento artistico e riesce a commuovere anche per questo. Simpatica la continuazione dello stile registico pasoliniano da Uccellacci e uccellini,ancora una volta irreale e fiabesco (anche se diminuisce il senso fumettistico rispetto ai lavori precedenti),curiosa la scelta del Modugno spazzino. Le marionette che scontentano il pubblico e vengono abbandonate a sé stesse danno un messaggio pessimista attenuato dallo sguardo sognante di Totò che,con gli occhi al cielo,sorride. Fine più bella per il principe della risata non poteva esserci.
5-Viaggio di lavoro (Zac e Rossi): voto 5,5 Curiosa la commistione tra cartone animato e girato ma non basta. Cornice satirica che non colpisce come dovrebbe.
6-La gelosa (Bolognini): voto 5 Bravi Chiari e la Mangano ma ancora una volta la cornice non sorprende né intriga. A parte il buon finale non c'è nulla di buono.
Quindi Pasolini e Totò in larga parte e Steno in misura minore riescono a salvare capra e cavoli ma il consiglio e di lasciar perdere il resto e concentrarsi solo sul meglio che questo Capriccio all'italiana ha da offrirci.