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AMORE E RABBIA regia di Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Jean-Luc Godard, Carlo Lizzani, Pier Paolo Pasolini

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elio91     5½ / 10  02/04/2011 17:11:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I film a episodi tanto in voga in quegli anni spesso si sono rivelati deludenti a parte qualche eccezione dovuta alla bravura particolare di un autore. Qui non cambia molto,in verità,e le firme prestigiose alla regia che vanno da Bertolucci,Godard e Pasolini non salvano il risultato finale evitabile,perché a parte due parentesi mi sono annoiato in maniera clamorosa. Se invece si parla degli episodi singolarmente allora ecco i voti:


1-L'indifferenza (Lizzani): 5,5
Appunto,mostra l'indifferenza di una società in cui alla fine l'unico buon samaritano a prestare soccorso è quello che viene ricercato dalla polizia. Fatto bene ma per dire ciò che deve dire dura pure troppo,ed è probabilmente uno dei più corti.

2-Agonia (Bertolucci): 6
Sperimentale ma anche incomprensibile per molti di noi comuni mortali: il tono è inquietante per tutta la durata ma alla fine viene da chiedersi cosa abbia voluto dire Bertolucci. Un'agonia vista come un rituale hippy? Bah,lascia perplesso e anche questo è tirato per le lunghe in maniera irritante.

3-La sequenza del fiore di carta (Pasolini): 7
Non la cosa migliore dell'intelletuale e regista romano ma Davoli e la sua passeggiata per i vicoli della storia (belle le sovrapposizioni delle immagini) mentre dialoga con Dio riescono almeno a coinvolgere quanto basta e a far riflettere senza troppi viaggi mentali. Inoltre è affascinante e ben raccontata l'idea della colpa dell'innocenza,pessimista nel finale.

4-L'amore (Godard): 5
Cosa avrà voluto dire Godard? Non ne ho la più pallida idea e neanche mi piace il modo in cui l'ha raccontato,quell'intelletualismo d'autore che odio più di tutto.

5-Discutiamo,discutiamo (Bellocchio): 7
Ecco,anche con Bellocchio si va dalle parti di un discorso politico ma anche polemico ma il brio e l'inventiva con cui mette in scena il tutto riescono a divertire fino alle manganellate finali. Anche quelle fanno ridere perché tanto è tutto un gioco,non fosse per il fatto che il modo in cui viene rispecchiata la realtà dall'atteggiamento degli studenti sessantottini è satirica e ben fatta,quindi in verità c'è ben poco da ridere.