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IL MINESTRONE regia di Sergio Citti

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Invia una mail all'autore del commento Gualty     9 / 10  11/09/2007 15:44:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un vagabondare di qua e di là, a volte per proprio volere altre trasportati dagli eventi, da un treno che parte mentre dormiamo, da un oasi all'orizzonte che è solo un miraggio, da un maestro eloquente o da un caronte spiritato. Il tutto sotto la spinta della fame, un'altalena invisibile che viene e che va, che spesso resta. Il trio principale si allarga pian piano e i nuovi vagabondi sono all'altezza dei tre romani, ottima recitazione, spassosa, lirica, malinconica. La fame è la vera protagonista del film, e non solo del film. Direi che è l'antipodo della " Grande abbuffata " di Ferreri, in cui la bestia nera è la noia degli agiati, mentre qui i morti di fame di certo non si annoiano, ma condividono comunque questo "cesso di mondo" . " e beato chi ci può ******".