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LA RABBIA GIOVANE regia di Terrence Malick

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Marco Iafrate     8 / 10  05/01/2012 18:18:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La strage operata da Breivik , il folle che il 23 luglio di quest'anno in Norvegia ha lasciato dietro di sé un triste tappeto di morte, ha stravolto quello che fino a quel momento era lo stereotipo del pazzo che compie delle mattanze nei confronti di vittime innocenti, incapaci di difendersi. La quasi totalità delle volte notizie di queste stragi, da non confondere con quelle tipiche del terrorismo, ci giungono da oltre oceano, nell'immaginario collettivo la culla di questi signori della porta accanto che improvvisamente danno di matto e seminano morte è sempre stata l'America, la culla della violenza senza scopo, gratuita, incomprensibile, numerosi registi ne hanno tratto spunto per girarne, a riguardo, indimenticabili pellicole.
E' incredibile come possano far colpo sulla psiche umana questo genere di accadimenti, un fatto di cronaca nera è materiale prezioso per un regista, senza scomodare la propria creatività si ritrova improvvisamente e gratuitamente gli ingredienti giusti per dare vita ad una pellicola pronta a soddisfare milioni di persone che ne traggono morboso interesse. Dalla nostra finestra di spettatori, inconsciamente, ci ritroviamo appagati e soddisfatti dalla visione di questo genere di film, la violenza è adrenalinica, la condanniamo ma ci piace osservarla, sulla poltrona con gli occhi sbarrati o seminascosti sotto le mani da quel terrore trasmesso godiamo di quelle emozioni forti che la pellicola in questione ci regala.
Che la realtà spesso superi la fantasia ci viene confermato quando, dopo la visione di un film drammatico che ha all'interno scene di violenza inaudite, scopriamo che quella pellicola è tratta da un caso realmente accaduto, è sì cinema di finzione ma documenta un fatto reale, tutto quello che ci ha fatto accapponare la pelle per tutta la durata del film è successo veramente, ma noi abbiamo goduto di quella visione, ci ha affascinato, come è possibile? E le vittime? Gli attori muoiono per finta ma il personaggio che rappresentano no, quello è morto per davvero, ed ha subìto quelle violenze, a rifletterci è una cosa scioccante.
"La rabbia giovane" è tratto da una storia accaduta veramente, negli Stati Uniti, negli anni '50, a quale rabbia si riferisca il titolo non ci è dato di sapere, forse soffocata, inespressa, l'ho cercata nello sguardo di Kit nei momenti che precedevano le folli esecuzioni, non l'ho trovata, quello che esprimevano quegli occhi era soltanto noia, un vuoto penoso a tratti irritante, un rifiuto delle convenzioni che fa molto ribelle ma che non porta da nessuna parte se non a fare i conti con la propria coscienza. Il disagio esistenziale dei due protagonisti è trattato quasi poeticamente, con la fuga on the road di Kit e Holly circondati dalle bellezze della natura con i loro balli e le reciproche effusioni, un sogno di libertà che farebbe pensare ad una storia romantica se non fosse che per conquistarlo i due privano della libertà qualcun altro, per sempre.
Il film è bellissimo, crudo, diretto, con lo scopo di descrivere i fatti così come sono accaduti, senza inutili ridondanze o sfruttatissime scene ad effetto, se proprio devo trovargli un difetto, ma questo è comune ad altri film del genere, è il far risultare Kit un personaggio da ammirare, queste forme estreme di nichilismo distruttivo andrebbero aborrite sempre, in toto, ed invece eccoci, al pari di Holly, indignati per le azioni di Kit ma affascinati dal suo essere, incantati da questa personalità così ben rappresentata da un giovane Martin Sheen novello James Dean; Non dovremmo, Kit è un mostro, uno stupido strumento di morte così come lo è stato Breivik, così come lo sono stati tutti quelli che hanno compiuto stragi di innocenti. Ogni volta non posso fare a meno di vedere queste storie di violenza gratuita dalla parte delle vittime, un attimo e non ci sono più, loro se ne fregano della personalità del carnefice, nel loro mondo non ci sono personaggi maledetti da ammirare.
cirus  22/06/2013 15:18:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottima recensione: quando il "quasi" prolisso è giustificato e necessario. VEDRO' IL FILM GRAZIE AGLI STIMOLI CHE MI HAI OFFERTO. L'amico Ciro.
Marco Iafrate  23/06/2013 18:50:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie amico mio, sei troppo "bono". Vedilo, è comunque un film che merita.