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ERASERHEAD regia di David Lynch

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amterme63     8 / 10  28/11/2012 21:05:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commentare e votare certi film di Lynch è pressocché impossibile. Fra i film più invotabili e incommentabili c'è senza dubbio "Eraserhead". E' evidente che non è un film che si può giudicare in maniera tradizionale o razionale. Bisogna avvicinarsi (se se ne ha il coraggio) con uno spirito diverso. Queste sono opere che appartengono alla sfera del subconscio, del sentimento allo stato puro, quindi sono legate a sensazioni e pulsioni immediate, non filtrate tramite il reale e il cosciente.
Quindi un giudizio di "buono" o "cattivo" per quanto riguarda questo tipo di opere si basa più che altro sulla coerenza e sulla forza con cui si trasmettono un certo tipo di sensazioni e stati d'animo. "Eraserhead" in particolare è uno dei film più riusciti nel rappresentare lo stato di angoscia, ansia, smarrimento che il nostro animo, la nostra mente provano, si possono trovare a provare. Se non altro questo film queste sensazioni ce le trasmette in maniera davvero forte.
Personalmente l'ho trovato uno dei film più angoscianti e disturbanti che abbia mai visto. Contribuisce la scenografia molto povera e alienante, un bianco e nero privo di abbellimenti, un triste e continuo rumore di fondo come di bufera, figurazioni e scene dall'aspetto sinceramente disgustoso (embrioni, strani animali-neonati, vivisezioni, escrezioni, ecc.), oggetti posti fuori dai propri contesti (mucchietti di terra sul comodino, paglia sotto il calorifero) e soprattutto l'annullamento di ogni tipo di logica, di appiglio o punto di riferimento nei confronti di ciò che si vede. Questo aspetto è forse quello più destabilizzante: non sappiamo come orientarci in quello che vediamo; non abbiamo più l'appiglio del primo o del dopo, non esistono rapporti di causa-effetto, non sappiamo distinguere ciò che è reale da ciò che è immaginato (addirittura questi concetti non hanno più senso). Insomma dobbiamo spogliarci completamente di tutti i punti di riferimenti che abbiamo per classificare le nostre esperienze. Qui si tratta di vedere, sentire e basta.
Sorge davvero spontanea la domanda: ma chi ce lo fa fare di sorbirsi qualcosa che disturba e angoscia? Ma davvero si riesce a trovare piacere ed interesse in uno stato di disagio? Domande da cento milioni ... Nel mio caso posso dire che è stata soprattutto curiosità, voglia di allargare il campo delle proprie esperienze, lo stimolo a sapere e conoscere pezzi di animo umano. Il cinema permette di arrivare a questo senza "conseguenze", perché le sensazioni derivano pur sempre da qualcosa di riflesso e non di effettivo. Quindi se c'è un giudizio "positivo" sta nella perfezione e nella potenza con cui uno stato d'animo (pur "negativo") è stato rappresentato.