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ERASERHEAD regia di David Lynch

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Badu D. Lynch     9½ / 10  28/01/2013 09:31:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La rappresentazione perfetta di un incubo. Il Lynch più spirituale e (forse appunto per questa spiritualità ermetica), allo stesso tempo, il più disturbante e angoscioso. Un capolavoro senza tempo. Una sublime opera inquietante e, divinamente, (!) contorta.
Badu D. Lynch  30/03/2013 18:34:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Recensione completa :

Eraserhead è il primo figlio cinematografico di David Lynch. E' una creatura filmica deforme e alienante che divora ogni tipo di intellettualismo analitico. Un'opera stupefacente e terrificante, avvolta da una coriacea impenetrabilità che urla, piange e si lamenta al solo tentativo di studiarla e scalfirla. Il film è un bambino inspiegabile, che costringe i genitori ad una sorta di morte (interiormente) momentanea e forzata. E' una pellicola che si presenta come un misterioso intervallo, composto dalla materia primordiale che sta tra il bene e il male. Eraserhead è un'ipercinetica lumaca che sbava in continuazione, è un lungometraggio che bolle sotto il coperchio subcosciente dello spettatore, senza essere, però, mai sollevato o scoperto ; è un film che ha distrutto volutamente tutte le valvole di sfogo. Il regista, con quest'opera unica nel suo non-genere, crea l'emblema della paura inconscia di un genitore qualunque ; il non plus ultra del disagio familiare scaturito dalle convenzioni e convinzioni sociali/religiose radicate e, soprattutto, inculcate in noi da tempo remoto. Eraserhead è la pellicola più spirituale di David Lynch ; è un preciso pezzo di Bibbia che, dilatandosi, si trasforma in un impreciso pezzo di realtà. Ha tirare le leve di questo gioco macabro è quella strana e informe entità che appare durante la sequenza iniziale ; pare una specie di Dio malvagio, anormale e malintenzionato, pronto a colpire e a modificare pesantemente la vita dell'essere umano che, involontariamente o meno, gli capita sotto tiro.
E, con un parallelismo metacinematografico, Lynch (Dio) fa lo stesso "gioco macabro" con lo spettatore (essere umano sotto tiro).
Un capolavoro senza tempo e senza forma.