caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE ELEPHANT MAN regia di David Lynch

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
barbuti75     10 / 10  26/04/2011 09:13:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La paradossale diversità tra vittima e carnefice raggiunge uno dei suoi massimi vertici in "The elephant man". La straziante storia vera di Joseph Merrick, l'uomo elefante, scorre sui nostri schermi in tutta la sua durezza, in tutta la sua umana commozione, in tutto il suo devastante impatto visivo, con un bianco e nero che ne rende palpabile il dolore e la sofferenza.
Lynch non lascia niente al caso e tratteggia con chirurgica precisione un ritratto dell'Inghilterra vittoriana a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, proprio ai tempi di Jack lo Squartatore e della grande immigrazione.
Barboni puzzolenti, proprietari di freaks dai contorni Grandguignoleschi, medici idealisti pronti a sacrificare una vita umana in nome del progresso della scienza, prostitute prezzolate, ipocriti membri dell'aristocrazia: questi sono i mostri di David Lynch che nella loro ributtante normalità non riescono ad accettare una deformità fisica che nasconde un animo raffinato e nobile.
E poi ci siamo noi...i guardoni...i curiosi che pagano il prezzo per vedere la creatura e conoscerne la storia...si anche noi siamo parte di questa disgustosa umanità affascinata dall'orrore e dal raccapriccio. E lui, Joseph Merrick è davanti a noi impotente nella sua maledizione che urla contro un muro di gomma "I'm a human being", Sono un essere umano!
Ed allora ci accorgiamo che il nostro viso è solcato da una lacrima, la stessa che percorre il volto di un magnifico e carismatico Anthony Hopkins quando osserva l'uomo elefante per la prima volta...credo sia uno dei primi piani più belli della storia del cinema.
Sono stanco di lasciarmi guidare dal cervello durante una recensione, quindi lascerò che sia il cuore a far scorrere tutte le emozioni che ho provato nell'ennesima visione di quello che io considero un capolavoro.
La prima parte è molto analitica e ci presenta il dramma umano di un uomo che crediamo incapace di intendere e di volere, un ebete senza possibilità di rivalsa, un perdente nato che dalla vita non ha ottenuto nientaltro che la compassione della gente: circondato da esseri spregevoli e aguzzini cerca di sopravvivere a ciò che lui considera vita, ma che altro non è che sopravvivenza.
Il trasferimento all'ospedale londinese per le cure non sembrano sortire effetto, ma Merrick si lascia convincere ad un flebile tentativo di vita ed inizia quello che è il suo processo di integrazione.
Nella seconda parte le visioni di David Lynch si fondono con i ricordi e l'orrore di una società che cerca capri espiatori per la propria salvezza e la caccia al mostro raggiunge il suo apice nell'inseguimento all'interno della stazione di Londra.
Il finale è un apoteosi di sentimento e dignità umana, quella stessa dignità che a Merrick fu negata in vita, ma che noi gli tributiamo grazie a questo eccezionale affresco della sua vita.
dobel  26/04/2011 18:53:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissimo commento. Alla fine c'è l'adagio per archi di Barber...
barbuti75  27/04/2011 01:01:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille...l'adagio è il giusto completamento musicale a un opera praticamente perfetta. La tua soddisfazione è il mio miglior premio.