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VELLUTO BLU regia di David Lynch

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hghgg     9 / 10  04/03/2014 20:34:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei più grandi Thriller mai diretti e forse il più grande uscito negli anni '80. Fa impressione pensare che questo Lynch era tuttavia ancora imbrigliato e trattenuto nei contenuti, nell'immagine e nella fantasia, nel surreale, nel folle. L'indimenticabile esordio "Eraserhead" del 1977, sublime parto surreale, era costato tantissima fatica e denaro, era stato molto apprezzato da parecchi "addetti ai lavori" ma si spingeva anche tremendamente avanti, anzi in tutti i lati senza alcuna direzione, a briglie sciolte. Tre fattori che permisero "l'imbrigliamento" e il "taglio delle ali" di Lynch che per vent'anni non potrà più liberare pienamente tutta la sua fantasia e la sua voglia di elevare l'immagine al surreale disintegrando qualsiasi concetto di storia e sceneggiatura da narrare come fatto in "Eraserhead". Dopo il suo primo film Lynch si vide perciò affidare film su commissione, film normalissimi con risultati altalenanti, splendido "The Elephant Man", bruttarello "Dune". Ma anche successivamente, nella seconda metà degli anni '80, quando la Lince riprende a dirigere film più "suoi" più sentiti e più vicini al suo stile, come nel caso di questo film, resta su lande comunque terrene, su un film dotato di schema classico con la sua storia e la sua sceneggiatura lineare. Ciò non toglie che unendo la sua fantasia surreale, grottesca e perversa ad uno schema thriller classico Lynch ha tirato fuori dal cilindro un capolavoro. Non è "Lost Highways" e non è "Mulholland Drive" ma "Velluto Blu" resta comunque un film strepitoso. Il thriller più viscido, malato, perverso, angosciante e oscuro che si possa immaginare.

David Lynch con "Velluto Blu" scava nel profondo della società borghese e va a tirar fuori il marcio che c'è al di sotto e parallelamente scava in fondo all'animo umano scovandone le perversioni, le follie, le ossessioni, le ipocrisie, le crudeltà e si prende anche il lusso di lasciarci alla fine un sorriso e una speranza, un raggio di luce e un finale lieto che in fondo è una costante del Lynch "lineare" ("Cuore selvaggio" "Una storia vera" ma direi anche "The Elephant Man" in fondo). Punto iniziale del film è: "cosa può nascondersi di tanto perverso e oscuro nel cuore, all'interno di una tranquilla piccola cittadina americana ?" Lynch ci mostra questo trascinando noi e il suo protagonista in un vortice maligno apparentemente senza scampo, in cui depravazione, disperazione, criminalità, meschinità e tanta, tanta follia sono gli elementi dominanti. Due normali, onesti e ingenui ragazzi si troveranno ad affrontare tutto questo.
Ovviamente la mano e lo stile del Lynch che tanto bene si è imparato a conoscere da "Twin Peaks" e soprattutto da "Strade Perdute" in poi è qui già ben presente e palpabile. Lynch sa modellare il surreale e qui soprattutto il grottesco come pochi, pochissimi altri. E lo sa fare con uno stile unico, inconfondibile pur con i suoi modelli di riferimento.
Si crede di seguire un Thriller lineare ma la linearità della trama (ovviamente rispetto ad altri film di Lynch) è immersa in un calderone di stranezze, bizzarrie e apoteosi del grottesco da pelle d'oca, atmosfere inquietantissime (Lynch non è un regista horror, eppure è uno dei registi più horror di sempre) e soprattutto atmosfere e sequenze malatissime, davvero sudice e perverse, è un film sporco, spaventoso, folle. Malato però è la parola più adatta alla fine, credo. Un capolavoro per me irrinunciabile, con la miglior sceneggiatura mai vista in un film di Lynch (escludendo quelli in cui la sceneggiatura viene sbranata e sbrindellata), un intreccio eccellente e coinvolgente nonostante il ritmo lento, cadenzato, in alcuni tratti tra il sonnolento e l'ipnotico che poi accelera poderosamente e diventa concitato, da stretta allo stomaco. Tensione tremenda che aumenta costantemente man mano che ci si avvicina al finale, ci sono dei momenti di suspance purissima in cui tensione e sgomento diventano quasi insopportabili e la sequenza pre-finale ne è l'apice insieme a quella del primo incontro tra la Rossellini e Hopper con MacLachlan a guardare nascosto nell'armadio...

La regia di Lynch è eccellente e regala momenti che sono da manuale del miglior cinema, francamente le sequenze straordinarie sono davvero tante per perizia tecnica, intensità e grandezza espressiva, "Velluto Blu" regala sequenze memorabili quanto non indimenticabili, ci sono vari momenti di regia sublimi a partire anche solo dalla prima scena, in cui viene poi presentata la metafora principe del film, col mucchio di scarafaggi (o vermi, non ricordo) che infestano un apparentemente tranquillo giardino di un apparentemente tranquilla casetta dell'apparentemente tranquilla cittadina americana. Per non parlare del ritrovamento dell'orecchio mozzato, la "gita" in macchina, la Rossellini che canta "Blue Velvet" le altre due scene che ho già citato, il rasserenante finale col pettirosso che mangia l'insetto e altre ancora. L'occhio di Lynch dirige e crea meravigliosamente tutto questo. Ottimi anche tutti gli attori, Isabella Rossellini e Dennis Hopper ovviamente sugli scudi entrambi per me alle loro migliori interpretazioni, semplicemente perfetta lei, semplicemente straordinario lui, perfetta incarnazione di una follia perversa e pericolosa. Bravi anche i due giovani co-protagonisti Kyle MacLachlan e Laura Dern che rivedremo in gran spolvero in successivi lavori di Lynch ("Twin Peaks", ovviamente, lui e "Cuore selvaggio" e "Inland Empire" la Dern). Indimenticabile cameo per un grandissimo Dean Stockwell in un'apparizione a dir poco memorabile, un'altra delle grandi scene del film. Strepitosa fotografia, forte del contrasto tra colori accecanti o molto forti, dal rosso a ovviamente il Blu del Velluto che domina il film (la canzone, il colore e il tessuto della vestaglia di velluto blu della Rossellini) ad altri più smunti o oscuri, il nero, anche...
In conclusione, uno dei più grandi e riusciti film di David Lynch, strepitoso.


"Adesso è buio"...
MonkeyIsland  04/03/2014 21:37:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido anche le virgole tra i miei preferiti di Lynch, su Dune col tempo l'ho rivalutato è risaputo che volevano tirarci su una saga alla Star Wars e hanno tirato fuori una sceneggiatura con talmente tanta carne al fuoco che era impossibile venisse un film di livello.
Fa anche strano pensare che lo finanzio De Laurentiis senior, passare da affidare progetti a Lynch, Raimi & co al figlio che ci perseguita coi Vanzina e Neri Parenti