caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FUOCO CAMMINA CON ME! regia di David Lynch

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7 / 10  03/02/2013 21:42:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molto probabilmente David Lynch con "Fuoco cammina con me" ha voluto riprendere i temi e le vicende trattate nella serie "Twin Peaks", per rifarli con uno spirito surreale, angosciante e disturbante, simile a quello usato in "Eraserhead".
L'operazione è riuscita però solo a metà. Il problema è la "zavorra" costituita dalle vicende e dalle descrizioni che erano state sviluppate nella serie televisiva. Avendo in mente quello che certi personaggi avrebbero fatto dopo la morte di Laura Palmer, e soprattutto il ritratto caratteriale di quest'ultima venuto fuori come un puzzle durante le indagini, lo spettatore finisce per provare un po' di disagio e smarrimento di fronte alle vicende e ai modi di raccontare di "Fuoco cammina con me".
Prima di tutto Lynch prende subito le distanze dallo stile e dall'ambiente ritratti in "Twin Peaks". La prima parte di "Fuoco cammina con me" (quella con Chris Isaak e Kiefer Sutherland) ne è quasi una parodia. Teresa Banks morta ha una espressione decisamente meno angelica e bella di quella di Laura Palmer. L'ambiente in cui viveva non è certo quello rispettabile e decoroso di Twin Peaks. Lo sceriffo e l'entourage dell'Oregon non sono certo affabili e divertenti come quelli dello stato di Washington. Tutta l'ambientazione è degradata (ricordando un po' "Eraserhead", citato in un paio di scene). Anche lo stile di ripresa tende a deformare gli ambienti, a esprimere angoscia e disagio. Le immagini della morta sono assai più crude. Insomma c'è il contrario dell'edulcorazione a cui la serie televisiva veniva sottoposta.
Questa prima parte è quella più interessante e riuscita del film, proprio perché è quella più originale.
Nella seconda parte invece si fallisce nel dare un ritratto credibile di Laura Palmer. Il sentimentalismo che era stato bandito nella prima parte, qui invece domina e rende incomprensibile e strano (certamente schizofrenico) il comportamento di Laura. Certamente piange troppo, si autocommisera, però allo stesso tempo fa scelte e atti in stridente contrasto con ciò che sente. Sembra quasi che abbia una volontà che non riesce a controllare. Insomma si fa fatica a mettere insieme i due aspetti scissi della sua personalità (quello depravato e voglioso di sesso e quello sentimentale e psicologico). L'attrice che la interpreta era più adatta al ruolo di Meddy che a quello di Laura.
Si aggiunga poi il personaggio di Mike, quello più misterioso e contraddittorio sia della serie che di questo film (non si capiscono per niente le ragioni e i fini del suo comportamento). Pure qui il personaggio della madre di Laura è lasciato troppo ai margini, troppo passivo (non era così nell'episodio pilota).
Il discorso ideologico stesso del film fa un po' acqua. Sembra che Lynch dia credito al dualismo cristiano bene-male, angeli-diavoli (rifugiandosi così nella convenzionalità americana), questo sembrerebbe venir fuori dall'ambiguo finale.
Eppure anche questa seconda parte non è del tutto da buttare via. Ci sono alcune scene molto belle e inquietanti, come quella del quadro con la porta che interagisce con la realtà e finisce per confondersi con essa. Le apparizioni della vecchia con il bambino in cravatta danno un tocco di vertigine destabilizzante, che intriga molto.
Appaiono insomma i primi segni di quelli che saranno i grandi film dell'angoscia e dello scardinamento ("Inland Empire" su tutti).