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GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE regia di Quentin Tarantino

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amterme63     4½ / 10  01/06/2011 23:12:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con questo film Tarantino ha mostrato quali sono i limiti della sua operazione artistica. I suoi film funzionano solo se lo stile è originale, l'architettura narrativa perfetta, la sorpresa, il divertimento e l'emozione continua. Quando invece mostra di seguire stancamente lo stesso schema, la trasfigurazione stilistica fallisce, lo spettatore prova noia e addirittura sconcerto per la gratuità di certe scene violente (senza ironia e fuori contesto), ecco che divengono evidenti tutti i limiti di certe operazioni culturali. Tarantino evidentemente non ha la stessa dote di Bergman, che riusciva sempre con lo stesso stile, con lo stesso tipo di storia a variare efficacemente ogni volta e a creare film con una tensione emotiva sempre nuova e sempre diversa. Comunque dopo questo film ha capito che doveva cambiare e con "Bastardi senza gloria" ha tentato la carta del tema storico con alterna fortuna.
Cos'ha "Death Proof" che non va? La trasfigurazione: giovane americano moderno - eroe cinematografico di genere, qui non riesce. In "Le iene", "Pulp Fiction", "Kill Bill" c'erano dei personaggi tipici da film che parlavano e si comportavano come dei giovani americani di oggi ignoranti e sboccati e questo creava un effetto ironico, straniante, divertente e originale. In DP la mescolanza di stile non riesce. Non basta un vecchio Juke Box, i graffi sulla pellicola, la musica e i titoli di testa tipici degli anni '70 per dare l'idea di trovarsi spiritualmente in quell'epoca. Le ragazzette viziose e viziate con i loro telefonini, il loro comportamento sbracato, la loro pochezza, la loro volgarità, la loro presunzione appaiono in pieno per quello che sono. Non c'è nessun parallelo artistico a nobilitarle. Dopo un po' vengono terribilmente a noia e danno proprio fastidio. Che sia una mossa di Tarantino per mostrarci il degrado giovanile americano? Non credo proprio, perché rinnegherebbe l'atteggiamento etico tenuto fino a quel momento (cinismo, sbruffonaggine, battuta pronta come doti che elevano e distinguono). Che sia il tipico trucco dei film horror di mostrare dei giovani vanitosi e sbruffoni per far "digerire" allo spettatore una loro fine orribile? Manca però in DF un vero e proprio trattamento sminuente, i dialoghi sono troppo insistiti e compiaciuti, c'è addirittura una lunga scena di ballo erotico; l'intenzione sembrerebbe quella di far passare le protagoniste come simpatiche e tipiche (nobilitate magari dal parallelo con i discorsi conviviali de "Le iene"). Non si capisce allora cosa scatti nella testa di Stuntman Mike per trattarle in quella maniera. Cos'è che lo trasforma da reduce fascinoso e tenebroso dei film anni '70 in uno spietato killer degno del più truce film horror? Il fatto è che in DP manca l'atmosfera e la contestualizzazione dei film horror (la tensione, il disagio, il lento stillicidio, l'orribile introspezione psicologica) e si arriva così alla cruda scena centrale impreparati e sorpresi. Quella biondina era un po' scema e ingenua, ma davvero non meritava quel trattamento e quella fine. Non si cerca nemmeno di spiegare il tipo di piacere e di soddisfazione che viene provato dal killer. La scena dello scontro frontale al rallentatore voleva forse essere una citazione e un omaggio al genere horror, ma messa lì così fuori da ogni contesto fa un effetto molto urtante di gratuità (e di cattivissimo gusto). E' forse il punto più basso mai raggiunto dal cinema di Tarantino.
Non si capisce poi perché la stessa storia si debba poi ripetere a parti rovesciate. Per rispettare il contrappasso, tipico di tanti film di genere del passato? Cosa avevano di speciale le 4 svitate del Tennessee rispetto a quelle del Texas per sopravvivere e non essere uccise? Colpa di Stuntman Mike che è stato troppo "buono" con loro? Merito delle ragazze che sono state cattive e molto "americane" di destra (sono a favore del porto d'armi generalizzato)?
Comunque la parte finale del film è senz'altro quella più divertente e piacevole. C'è da dire che i vecchi film di inseguimento erano forse migliori, anche perché si prendevano meno sul serio di questo film. In ogni modo il miglior film di inseguimento auto che abbia visto fino ad ora è quel piccolo gioiello di "Duel" di Spielberg.
deliver  22/01/2013 14:12:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao,

condivido il tuo commento e la tua analisi. Il film non può dirsi pienamente riuscito, questo è sicuro. A me sembra più una pellicola concettuale, dove Tarantino monologa e non dialoga. C'è poi da dire che per quanto concerne lo schema, Tarantino da Pulp Fiction in poi è anche troppo schematico. Insomma, è difficile parlare di genio completo di capolavoro o di quasi capolavori. Forse A prova di Morte è molto più aderente al Tarantino autoctono rispetto a Kill Bill, che per esempio a tratti sembra un incontro tra lo stile Charlie's Angels e Lady Snowblood. Forse e se non altro in a Porva di Morte si respira più artigianalità e primitivismo di celluloide. Certo, ciò non toglie che la sceneggiatura poteva essere rivista e corretta, perché il risultato finale non esalta. Insomma, DP è la Bibbia personale di Tarantino... un pò mattone, ma anche rivelatoria e illuminante per chi ama queste operazioni "conceptual"..
amterme63  23/01/2013 22:02:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me sembra un lavoro sciatto e mal riuscito. Non a caso Tarantino dopo questo film ha cambiato strategia, scegliendo di ambientare le sue storie nel passato, molto più facile da mitizzare rispetto al presente.
Questo film è senz'altro il segno di una crisi stilistica e di ispirazione, parzialmente riparata con gli ultimi due film.