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GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE regia di Quentin Tarantino

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Angel Heart     4 / 10  24/08/2015 11:33:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spossante nella sceneggiatura ed artefatto nella confezione, è il film complementare (e fallimentare) all’operazione, comunque apprezzabile negli intenti, dei Grindhouse.
Contrariamente alle previsioni c’è da dire innanzitutto che, nonostante i graffi e le bruciature sulla pellicola, il film non è sporco e rozzo a sufficienza per definirsi un B-movie minimamente credibile; aldilà di questo (difetto non da poco visto che dietro la mdp ci sta il nerd cinematografico per eccellenza) gli elementi che penalizzano l’opera nel suo intero sono primo: l’assoluta nullità della trama, che non ha niente da offrire se non quei due famigerati inseguimenti, e secondo: il marchio di fabbrica del regista, ovvero i dialoghi. Fermo restando che passione e sincerità hanno da tempo lasciato il posto ad ego e ricercatezza, nel caso specifico è impossibile non rimanere infastiditi dall’assoluta cretinaggine e volgarità dei vari monologhi e scambi di battute, mai interessanti e troppo autocompiaciuti nel loro essere tarantiniani (e sì che appunto Tarantino è sempre stato un maestro, unico, nel rendere accattivanti personaggi ordinari che parlano di cazzàte ordinarie); se messi in bocca a delle autentiche oche antipatiche e senza un briciolo di senso dell’umorismo poi, nemmeno degne di essere accostate alle vere trash zoccòle dei 70’s (che oltre ad essere fighè erano anche divertenti), il mal di testa è garantito.

L’anima della festa la fa solo ed esclusivamente il monumentale Kurt Russell con il suo Stuntman Mike; anche lui comunque, tolta la rivelazione iniziale del suo personaggio nei primi minuti, è costretto ad adeguarsi alla mediocrità dello script che, come detto, non riserva la benchè minima emozione.


Finto e snervante, non credo di esagerare quando lo definisco “l’unico film brutto di Tarantino”; perché anche gli ultimi lavori, ben lontani dalla genialità degli esordi, riuscivano perlomeno ad intrattenere come si deve.


Nota: A chi associa "It's so easy" di Willy De Ville a questo schifo, ricordo che tale brano fu utilizzato per primo da Friedkin per il suo controverso "Cruising".
Niko.g  24/08/2015 13:23:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto riguarda i dialoghi hai ragione, eppure nel fiume di inutili chiacchiere i cali di tensione sono impercettibili, c'è sempre la sensazione che qualcosa di scatenante stia per accadere (questa è l'abilita del regista) e la conferma puntualmente arriva nella seconda parte, della quale tutto si può dire meno che non generi coinvolgimento e adrenalina.
La direzione degli attori poi è qualcosa di notevole in questo film.
Angel Heart  24/08/2015 15:42:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ quello il problema, i dialoghi li ho trovati fin dall’inizio talmente eccessivi e fasulli (e, tremendamente fastidiosi) da soffocare di forza qualsiasi speranza di colpo di scena; quando arriva (se arriva, almeno per me) è già troppo tardi.
Niente da dire sugli attori, tutti bravi (tarantola nella direzione è sempre una garanzia) ma li ho trovati molto, molto irritanti per i motivi di cui sopra; ad ogni modo, prima di scomodare in questo senso la parola sublime ributterei un occhio su “Le Iene” e “Pulp Fiction”; lì sì che il termine sublime diventa limitativo.
Angel Heart  31/05/2018 18:24:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Completamente rivalutato. Voto: 8