Dom Cobb 9 / 10 22/02/2018 19:19:24 » Rispondi Un milionario perde la vita in un incidente d'auto, e tutti i suoi averi passano a un campagnolo di nome Deeds (in italiano Ariosto Deeds). Questi viene chiamato in città per disporre dell'eredità nel modo più congeniale ai suoi avvocati, ma i valori semplici e genuini con cui Deeds è cresciuto lo mettono subito in contrapposizione con la cinica società della grande metropoli... Come ho già avevo accennato in una mia precedente recensione, Frank Capra è probabilmente uno dei registi più "onesti" che abbia mai lavorato in quel di Hollywood: il suo porre l'accento sui valori fondamentali della vita, su quelle cose piccole e semplici che dovrebbero formare l'animo umano ben più dei meri beni materiali e il suo impareggiabile ottimismo lo rendono molto simile a una controparte live-action del cinema disneyano, e le sue opere di conseguenza rappresentano una sorta di fiaba moderna, dove storie e personaggi, più o meno riuscite che siano, sono entrambe sottomesse all'esigenza di comunicare i suoi precisi messaggi. "Mr. Deeds Goes to Town" non fa eccezione, e anzi, per certi versi, risulta l'opera più riuscita di Capra per la naturalezza con cui gli riesce l'impresa. Come era il caso per "Accadde una notte", questo è un modello di trama già visto e rivisto alla nausea al giorno d'oggi (esiste perfino un remake diretto con Adam Sandler), e si può dire che questo film di Capra ne rappresenti la nascita. Perciò, che si conosca la formula o meno, si avverte comunque una certa freschezza nel modo in cui la trama viene narrata. Certo, si naviga attraverso il solito mare di quelli che ormai sono diventati dei cliché,
Il lento innamoramento della coppia, poi la drammatica separazione in cui sia lui che lei si autocommiserano per poi riunirsi in tempo per il gran finale, gli avvocati spietati e cattivi che vogliono la rovina dell'eroe.
ma a differenza di tanti titoli che raccontano la stessa storia perché sì e basta, qui si sente la passione che c'è dietro, si sente l'esigenza di voler comunicare qualcosa di importante. Perché è importante, e come spesso succede per una vera opera d'arte, oggi è ancora più attuale di allora. Se in "Accadde una notte" ci si limitava in un semplice scontro di classi, qui si va ben oltre e si arriva a una spietata e durissima critica al progresso, al modo in cui l'avanzare di nuove scoperte tecnologiche vada a scapito dei valori che hanno sostenuto l'umanità e della mentalità semplice e nobile, eppure assai sensata, che ora lentamente sta svanendo, al punto che chi ancora la conserva viene considerato strano o addirittura pazzo.
Tutto questo emerge maggiormente nell'ultima mezz'ora, e in particolare nella sezione ambientata in tribunale: a onor del vero, è forse un po' troppo lunga e avrebbe necessitato di esser compressa un po' di più, soprattutto considerando che il finale, a vicenda risolta, è così veloce da apparire sbrigativo. Ma il discorso che ne esce non potrebbe essere più chiaro, e di rado ho visto una scena più soddisfacente di quella in cui Deeds prende le accuse dei suoi nemici e gliele ritorce sistematicamente contro.
In questo gioca un ruolo fondamentale anche l'interpretazione degli attori: nessuno di loro da una performance da Oscar, ma funzionano bene nel ruolo affibbiatogli, e la coppia formata dalla Arthur e dall'esordiente Gary Cooper è particolarmente affiatata. In particolare, Cooper è strepitoso nel conferire al suo Deeds un grandioso mix di umanità ed eccentricità. In definitiva, non mi resta che fermarmi qui e complimentarmi con uno dei più deliziosi gioielli della cinematografia vecchia scuola, prodotto dalla mente di un maestro come Frank Capra, la cui statuetta per la regia in questo caso è più che meritata.