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E' ARRIVATA LA FELICITA' regia di Frank Capra

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steven23     9½ / 10  22/11/2013 20:55:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Presenti piccoli SPOILER
Dopo questa ennesima conferma penso di poterlo affermare con certezza; adoro Capra e lo metto di diritto nella mia personale top five dei più grandi registi di sempre. E' incredibile come, nella loro semplicità, i suoi film riescano sempre ad arrivare dritti al cuore.
"E' arrivata la felicità" lo ritengo il suo lavoro migliore alla pari con "Mr Smith va a Washington". E guarda caso nelle due pellicole sono presenti alcuni punti in comune: due uomini dai sani principi e lontani (sia fisicamente che mentalmente) dalla vita della grande città si trovano, per ragioni diverse, catapultati in una realtà a loro estranea, fatta di persone pronte a pugnalarle alle spalle senza alcun problema. Stewart sbattuto a fare il politico, qui Cooper invece a causa un enorme eredità piombata addosso all'improvviso. E le analogie non finiscono qui! In città troviamo lo stesso ambiente dapprima accogliente poi ostile e poco propenso a credere nell'eccessiva bontà dell'uomo tanto da farlo passare per stupido e ingenuo. E soprattutto troviamo una donna particolamente vicina al protagonista che, guarda caso, è Jean Arthur in entrambe le pellicole. Qui risulta leggermente più cinica e il suo interesse verso Deeds non è altro che a scopo professionale. Sarà proprio lei con i suoi articoli a dare il via alla parabola discendente dell'uomo, dapprima deriso da tutto e tutti, poi addirittura accusato di essere matto per cercare di portargli via un'eredità che aveva deciso di donare agli agricoltori. Da qui il processo contro di lui.
In sostanza il film rispecchia appieno lo stile inconfondibile del regista, e lo si nota soprattutto da quel voler toccare il fondo pochi minuti prima della conclusione. Vediamo un Deeds che assiste con disarmante passività ai continui attacchi dei suoi avversari anche quando la stessa giornalista che l'aveva rovinato si erge strenuamente in sua difesa; viene da chiedersi quando le cose inizieranno a cambiare e, seppur meno repentinamente che nell'altra pellicola, tutto ciò avviene a pochissimo dalla fine.
La mezz'ora finale nell'aula di tribunale è senza dubbio la migliore, trascinante e coninvolgente come non mai.

Tralasciando una regia come al solito superlativa mi soffermerei sul cast. Il paragone Cooper-Stewart verrebbe quasi naturale, ma non credo ci sia un vincitore tra i due. Entrambi rappresentao l'antieroe per eccellenza, l'ingenuo circondato da approfittatori e falsi amici che, nonostante tutto, riesce a cavarsela. E lo rappresentano dannatamente bene. Qui Cooper è eccelso e, seppur non brilli per espressività, riesce chissà come a catturarti e renderti partecipe dei suoi stati d'animo. Straordinario nello smontare ogni singola accusa dell'avvocato durante il processo.
E poi c'è la Arthur, splendida e convincente nelle sue due facce. Già, perchè se la cava benissimo anche nel ruolo di giornalista approfittatrice e doppiogiochista che non è proprio il suo campo di battaglia.

Per concludere mi sono trovato di fronte l'ennesima perla di questo grandissimo regista, inimitabile e unico nel suo genere.