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L'ATTIMO FUGGENTE regia di Peter Weir

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Invia una mail all'autore del commento glucutes@libero     10 / 10  11/03/2009 16:00:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ATTIMO FUGGENTE, TODD ANDERSON HA VINTO
di Matilde Perriera
129 minuti bastano a Peter Weir per sfidare, con "L'Attimo fuggente", gli atavici conflitti giovani-scuola, insegnanti-alunni, genitori-figli. Robin Williams nell'energica interpretazione del Prof. Keating: "Sono salito sulla cattedra … dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse proprio quando crediamo di sapere qualcosa". Spettacolare metafora contrastiva tra uccelli che prendono il volo, si librano nell'aria, invadono lo schermo e studenti soffocati dalla roboante sonorità della Welton Academy.
Tradition, Honor, Discipline, Excellence, i ragazzi devono uniformarsi a regole imbalsamate, schemi costrittivi, libertà di pensiero soffocata, aspirazioni manipolate, futuro pianificato. 1959, ventata di aria fresca tra le fredde pareti, arriva il piano di studi appassionato e coinvolgente di John Keating: "chi ha avuto un professore come lui ne ha risentito l'influenza per tutta la vita, chi non l'ha avuto l'ha sempre sognato" (Tullio Kezich). Lo scontro: tradizione e passione, disciplina e leggerezza, onore e ironia, eccellenza e amore. Il nuovo docente contesta l'anacronistica metodologia del Prof. Prichard, fa strappare l'introduzione dei loro libri: la poesia, musica dell'anima, si effonde tramite i versi, mai analizzarla sul sistema delle ascisse e delle ordinate, bisogna "percepire il lieve bisbiglio dell'arte, succhiare tutto il midollo della vita". L'ozioso passatempo di pochi "albatri" diviene forza propulsiva, fulcro per sviluppare lo spirito creativo, premessa per una più indovinata e fertile scelta di vita. Gli studenti imparano a godere di ogni attimo e ridanno linfa vitale alla "Deat Poet Society", tuttavia il vento delle ribellione soffia, sconvolge, distrugge chi ha tentato di spezzare le catene. Neil Perry, novello Puck, infatti, consolida la propria vocazione teatrale, ma Il Sogno di una notte di mezza estate provoca l'opposizione paterna, il suicidio, il licenziamento del "profeta", l'inasprirsi dell'oppressione, l'elogio della delazione. Clamorosa sconfitta? Forse, eppure, mentre il sipario si cala sul professore che, a spalle curve, lascia le pareti asfittiche, quel "capitano, mio capitano" che dà voce al sentimento profondo di Todd, finora vittima impotente delle severe restrizioni e "incapsulato" dal nichilistico confronto con il fratello maggiore, rappresenta la vittoria morale sull'ipocrisia dell'ambiente, sull'assurdo oscurantismo dei valori e della sensibilità … e, con lui, uno dopo l'altro, tutti sui banchi, ormai consapevoli delle loro passioni più profonde, decisi a rivendicare la libertà dello spirito. I "magnifici sette" sono "cresciuti", finalmente hanno recuperato il loro "io" … Come gli uccelli, pronti a spiccare il volo, a potenziare le loro ali …

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