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RITORNO A COLD MOUNTAIN regia di Anthony Minghella

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Spotify     7 / 10  31/01/2017 05:03:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
---PRESENTI SPOILER---

Kolossal ambientato durante la guerra di secessione, diretto da Anthony Minghella nel 2003.
Film imponente, si nota il grande impiego di mezzi, di attori, la cura da parte del regista per la scenografia e quant'altro. L'opera è bella si, però, a dirla tutta, mi aspettavo una pellicola con più cose da dire e invece, ci ho visto davvero poca sostanza. Il regista, che è anche lo sceneggiatore, tratta benissimo il lato estetico del film, però rende la storia in se un pochino vuota.
La vicenda si svolge in una piccola località chiamata Cold Mountain, situata Nord Carolina. La guerra di secessione è ormai alle porte e gli uomini di questo villaggio si preparano ad andare in battaglia. Tra questi c'è Inman Balis, un giovane falegname, il quale resta affascinato dall'arrivo a Cold Mountain di Ada Monroe, figlia di un reverendo. La bellissima ragazza sembra ricambiare l'attrazione che Inman ha per lei e così, dopo dei timidi approcci sia di uno che dell'altra, il giorno stesso della partenza per andare a combattere, Balis riesce a baciare Ada. Subito dopo parte, promettendo alla Monroe di scriverle. Tre anni dopo, Inman è ancora a combattere e a Cold Mountain, Ada ancora non ha perso le speranze di rivedere il suo amato. Tuttavia la ragazza versa in uno stato di grande sconforto. In più, nel piccolo villaggio, si è instaurato una specie di regime del terrore a causa del capitano Teague e dei suoi scagnozzi, i quali si sono proclamati guardia nazionale e con la scusa di ricercare dei possibili disertori, trucidano senza pietà chiunque si presenti sul loro cammino. In seguito, Ada conosce Ruby, una ragazza dai modi un po' rudi ma con grande spirito lavorativo. La ragazza aiuterà la Monroe nelle faccende di casa. Tra le due donne nascerà una fortissima amicizia. Inman nel frattempo è stato ferito e si ritrova su un letto d'ospedale a lottare tra la vita e la morte. Miracolosamente riesce a riprendersi e fugge via. A questo punto, anche lui è diventato un disertore, e si ritrova braccato dalla guardia nazionale. Comincerà per il ragazzo un cammino lunghissimo e pericoloso, nella speranza di tornare a Cold Mountain e rivedere Ada.
Minghella sforna un lungometraggio importante, soprattutto dal punto di vista morale. Infatti il compianto director, mette in risalto temi come la guerra e l'amicizia. Se riguardo al primo argomento, Minghella ci comunica cose che bene o male sono oggetto di tutti i film bellici prodotti, è riguardo la seconda tematica che riesce a dire la sua in modo personale. Il director ci mostra l'amicizia come un rifugio dal conflitto che vivono i protagonisti. L'amicizia aiuta a non pensare troppo, aiuta a distrarsi, aiuta ad ironizzare persino su eventi brutti e soprattutto, crea legami tra le persone, a volte indissolubili come quello tra Ada e Ruby. Nella pellicola abbiamo due coppie di amici: da una parte ci sono le appena citate Ada Monroe e Ruby Thewes, dall'altra Inman Balis e il reverendo Veasey. Il regista riesce a creare un rapporto solidissimo per quel che riguarda il duo femminile. Le ragazze, entrambe tormentate, man mano che stanno insieme, si cominciano a raccontare le loro avventure, i loro pensieri e soprattutto, le persone a cui loro tengono di più, cioè Inamn, per quanto riguarda Ada e il padre, per Ruby, la quale, seppur confessa ad Ada di odiarlo, gli vuole molto bene. Minghella inoltre, saggiamente, per rendere ancora più credibile il rapporto tra le donne, utilizza degli standard abbastanza classici, quali ad esempio dialoghi tipicamente femminili, tanta ironia e uno stile di regia delicato, molto soave, che caratterizza tantissimo le sequenze con le due ragazze protagoniste. Ho apprezzato tanto tale scelta del director. Difatti sembra di non assistere allo stesso film quando la scena successiva è di guerra o comunque ha risvolti drammatici. L'amicizia tra Inman e il prete invece, è diversa. I due uomini si incontrano per caso e si ritrovano a vagare insieme per le lande paludose del Nord Carolina. All'inizio, Inman non gradisce molto la presenza del sacerdote, però in seguito, sembra che tra i due il feeling cresca. Non mancano anche alcune situazioni ironiche, quelle classiche situazioni caratteristiche che capitano a due uomini in marcia.
I due alla fine, vengono separati dalla morte del reverendo, ucciso da un colpo d'arma da fuoco. Vediamo Inman piangere per il decesso di quello che era ormai diventato un amico.
Minghella quindi costruisce due rapporti d'amicizia differenti, ma che riescono entrambi a colpire lo spettatore, a toccarlo nel profondo. Il director ci fa capire come l'amicizia, in situazioni drammatiche, come quelle che vivono i protagonisti della pellicola, rappresenti un ancora di salvataggio.
La direzione degli attori funziona bene, tutti sono fatti calare in maniera più che credibile nei rispettivi personaggi, i quali sono contraddistinti da caratteri ben definiti. Il soggetto che più colpisce è certamente quello di Ruby, una ragazza piuttosto burbera e dal comportamento maschile. Se all'inizio questa figura può apparire un po' antipatica all'astante, in seguito vediamo come la giovane abbia in realtà un cuore grande e una grossa mancanza nella sua vita. A ciò si aggiunge anche il tenero rapporto che nasce tra lei e Ada. Alla fine risulta essere il personaggio a cui ci si affeziona di più e oltretutto da quel tocco di ironia che serviva. Riguardo Ada e Inman, la prima è resa una donna davvero interessante, lo spettatore viene colpito dalla sua dolcezza e dai suoi modi di fare. Il secondo invece, rientra più nello stereotipo del ruolo.
Il ritmo è scorrevole, anche se è nella seconda parte che il film si accende davvero. Durante i primi 70-75 minuti, Minghella va avanti un po' col freno a mano tirato. Ci sono alcuni momenti parecchio piacevoli e dinamici, altri però sono davvero soporiferi. Poi, nel secondo tempo, il regista finalmente si lascia andare e la vicenda diventa davvero avvincente. La narrazione inoltre, è anche strutturata in maniera piuttosto articolata, con salti tra il passato e il presente e il continuo alternarsi delle scene che vedono protagonisti Ada e Inman, dove l'una vive le sue avventure insieme a Ruby mentre l'altro affronta un lungo e pericoloso viaggio per tornare dall'amata. Nonostante questa complessità, il regista riesce a non rendere mai contorto l'andamento della pellicola. Anzi, optare per una maggiore elaborazione, per me, è stata una scelta azzeccata, altrimenti ne sarebbe venuto fuori un lavoro piatto.
Tecnicamente, Minghella fa delle riprese paesaggistiche molto suggestive. Altre sequenze invece, sono parecchio toccanti, ad esempio


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Il finale mi è piaciuto moltissimo. Prima di tutto è inaspettato, poi per come è stato organizzato e messo in scena. E' un epilogo quasi in stile western, infatti guardandolo, si ha come una sensazione di deja vu. E' girato veramente in maniera impeccabile. Tra l'altro è anche assai struggente.
Il director si destreggia bene con i generi. Infatti, "Ritorno a Cold Mountain" non appartiene ad una categoria precisa, quanto piuttosto spazia dall'epico all'avventura, dal drammatico al sentimentale fino a qualche spruzzata, come appunto il finale, di western. Un'ampia gamma di generi, tutti ben amalgamati.
La scenografia è tra i piatti forti del film. E' valorizzata in maniera ineccepibile da Minghella con le già citate riprese paesaggistiche, il bellissimo giardino della casa di Ada, la cittadina di "Cold Mountain", la quale rimanda ancora una volta al western per come è stata concepita, le freddissime e montuose lande del Nord Carolina e così via. Ogni posto è reso incredibilmente affascinante, descrive in maniera poetica tante scene, drammatiche o tranquille che siano.


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Anche la fotografia è bella. Pure qui, abbiamo dei richiami al "cinema dei cowboy", per via delle tinte marroncino-rossicce. I colori sono accesi, danno un tocco estetico notevole.
Il cast vede spuntare una Renèe Zellweger in grande spolvero: un'interpretazione intensa, credibilissima ed estremamente versatile. L'attrice infatti passa dall'essere felice all'essere triste (o viceversa) in un batter d'occhio, è davvero sorprendente. Ma è specialmente quando l'ironica che la Zellweger spacca di brutto. Riesce a strappare più di qualche risata allo spettatore, grazie anche a delle espressioni che sono fantastiche. Magistrale poi l'esplicazione dei dialoghi. Insomma, oscar più che meritato.
Bravissima (e bellissima) anche Nicole Kidman. L'interprete australiana sfodera una prestazione che punta sulla delicatezza, sulla tenerezza. Bisogna dire che l'attrice riesce, attraverso questa scelta di recitazione, a far colpo sull'astante, il quale resta abbagliato dalla leggiadria di Ada Monroe. Grandi espressioni e buona interpretazione dei dialoghi.
Bene anche Law, sa sempre riempire lo schermo e in certe sequenze sprigiona grande sofferenza, ma mi è sembrata eccessiva la candidatura all'oscar.
Colonna sonora eccezionale. Da una parte abbiamo Sting, dall'altra dei deliziosi pezzi in stile country. Questi ultimi in particolare valorizzano tante scene. Soundtrack tra i punti cardine della pellicola.
La sceneggiatura invece mi ha convinto di meno ed è il motivo principale per il quale penso che il film non abbia molta sostanza. Perché dico questo? Un sacco di sequenze, di situazioni, si rivelano totalmente inutili. Ad esempio l'incontro tra Inman e Sara che si risolve in un nulla di fatto. Oppure un altro incontro che vede sempre Inman protagonista con l'anziana signora. Tali contesti ed altri ancora, dal mio punto di vista, sembra fungano solo da riempitivo al fine di rendere ancora più epico e drammatico il ritorno dell'eroe dalla sua amata. Ovviamente di tutto questo, va a risentirne anche la regia, la quale, seppur è efficace dal lato tecnico nel girare queste scene, non lo è altrettanto dal lato narrativo. Altra cosa di questo screenplay un po' campata per aria è l'immediato perdono che Ruby da al padre. L'uomo aveva fatto soffrire la figlia da piccola, in diversi modi, ma lei alla fine lo perdona. Su questo punto sono rimasto abbastanza perplesso. Il resto è buono, tra cui stesura dei personaggi, il colpo di scena finale e i dialoghi, sempre dinamici.

Conclusione: un film pomposo, punta più sull'estetica che sulla sostanza. Purtroppo manca un involucro, uno scheletro che rendano la pellicola più stabile. Ad ogni modo è un'opera che almeno una volta va vista, se non altro per le eccellenti prove attoriali.