WongKarWai 9½ / 10 29/03/2011 11:21:00 » Rispondi Riassumere 50 anni di storia di un paese in 3 ore di film. E' questa l'impresa in cui si cimenta Emir Kusturica nel suo capolavoro Underground. Lo fa con una regia originale, scorrevole, basata molto sui primi piani e che per certi aspetti ricorda Fellini (anche per la caratterizzazione dei personaggi a volte grotteschi). Una regia sicuramente non essenziale ma adatta a trattare un tema così complesso. La storia viene suddivisa in 3 atti: la seconda guerra mondiale, l'illusione della dittatura di Tito e di nuovo la guerra, accompagnati dalla splendida colonna sonora di Goran Bregovic.
Il fulcro del film si trova nella parte centrale in cui Marko (Miki Manojlovic), braccio destro di Tito, mantiene per 20 anni un gruppo di persone, tra cui l'amico Nero (Lazar Ristovski) e il fratello, nei sotterranei della casa dove si erano rifugiati durante la guerra, facendo loro credere che il conflitto non sia ancora finito.
E' questa la grande illusione in cui sono stati tenuti gli jugoslavi per circa 50 anni, sfruttati dagli esponenti di punta del regime. Questi, come molti regimi dittatoriali, usano una potente arma: la mistificazione della realtà. La grande bugia di Marko sulla guerra non è altro che la bugia di un regime che promette un futuro migliore e nel frattempo non fa altro che ingrassare i già ricchi padroni a scapito della popolazione che, ignara, acclama gli esponenti del regime come salvatori (come la gente del sotterraneo acclama Marko). Marko osserva con una telecamera le persone rinchiuse, decide qual è la realtà (Peter Weir con il suo "Truman Show" deve aver preso appunti) scrivendo copioni a cui la gente crederà e nel frattempo arricchendosi alle loro spalle. Cos'è veramente reale se nemmeno la vita di cui siamo tanto certi lo è? Tema della finzione che poi allarga i suoi orizzonti e non va a riguardare solo il sistema dittatoriale ma anche l'idea stessa di arte che non può in alcun modo rappresentare la realtà (tema caro,tra gli altri, al maestro Michelangelo Antonioni, vedi Blow Up). Come dice Marko " in nessuna opera letteraria c'è la verità".