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IL LADRO DELL'ARCOBALENO regia di Alejandro Jodorowsky

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MexicoCityBluEs     7½ / 10  15/07/2008 17:15:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Progressione psicoanalitica di un esistenzialismo anacronistico. Jodorowsky abbassa i toni del surrealismo ipertrofico a lui più congeniale; la sua mente modella preoccuopata lo stesso magma esoterico del passato, forse con meno coraggio, certamente senza la necessaria autonomia artistica di cui un tempo ha goduto. Il film è più compatto e lineare rispetto alle opere precedenti, ma non completamente privo dell'eversiva visionarietà che ha caratterizzato i passati lavori del regista.
Le cifre stilistiche del cinema di jodorowsky restano infatti pressoché immutate: dall'ossessione per l'abnorme ed il grottesco, passando per la tradizione circense, per l'alchimia e i tarocchi, in circuiti di strade ed umori di felliniana memoria.
Semplicemente agghiacciante l'incipit del film, morale effimera e bestialità sposi con prole in un valzer di moderna alienazione. L'animale vittima dell'umana nevrosi sembra quasi imparare le strutture malate della psiche del padrone; un artificio volgare, ma sottile metafora per uomini soli.
Un viaggio per una redenzione, una vittima sacrificale, il verme, l'angelo, la ricchezza appesa ad un filo per funamboli idioti.
Anche questa volta, come ne "El Topo", è rinascita, ma oggi è l'animale che torna, cinereo presagio di un nuovo grado d'umanità e folle trattato per l'analisi del carattere sociale.
Tutto sommato un film ricco, da consumare più volte, come sempre, con l'occhio e col dente sul pensiero di carne.