caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LUNGA VITA ALLA SIGNORA! regia di Ermanno Olmi

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     8 / 10  31/10/2010 00:28:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si rimarcano spesso i difetti di Olmi,la sua pesantezza e prolissità dietro la macchina da presa. Allora non mi spiego come molti abbiano dimenticato questa vera e propria perla,a suo modo leggera e divertente tenendo sempre in conto l'idea di guardare un film di Olmi e come tale lontano da una commedia cosiddetta normale.
Dialoghi ridotti all'osso e musica sempre presente,Lunga vita alla signora parte con una premessa falsamente banale e che invece con lo sguardo attento e sensibile di Olmi si trasforma in un cinema denso di significati profondi. è un film che racchiude in sé tantissimo,dall'ipocrisia degli invitati a tavola alla crescita (rappresentata attraverso il lavoro) del giovane e timido Libenzio. Vediamo le vicende attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi,flashback delicati come tutto il film,d'altronde,mai crudele ma in realtà subdolamente feroce. La tavolata volgare e che di aristocratico non ha nulla diviene un teatro vero e proprio,sensazione confermata dalla Signora,la vecchia mummia agghindata come un personaggio di Fellini che da lontano con binocolo da teatro,appunto, e velo osserva i suoi ospiti mangiare forte del suo potere. La tavolata in cui Libenzion riconosce una contessina associata ad un ideale di purezza angelico,anche se di angelico questa contessina probabilmente non ha nulla. Questo Olmi non lo dice,lo suggerisce soltanto. Perché bisogna saper cogliere le varie sfumature di ogni momento essendo questo un film fatto di sguardi e di pochi dialoghi. Diciamo che può anche essere considerata una sorta di fiaba o metafora della vita in cui per crescere bisogna passare attraverso il lavoro e l'apparenza delle persone.
Molto bello anche il finale di fuga dal castello,manco fosse una prigione. In effetti,visto ciò che abbiamo visto,possiamo definirla tale: prigione di gerarchie e di una,per l'ennesima volta,ipocrisia equiparabile ad una recita teatrale. Con la sua atmosfera grottesca,Lunga vita alla signora riesce ad essere di una delicatezza e sensibilità poco comune.
Assolutamente da riscoprire.