Niko.g 5½ / 10 04/11/2011 00:09:38 » Rispondi Film espressionista ai limiti del grottesco, che intriga e incuriosisce per un’ora scarsa, ma che finisce per cadere in ripetizioni e dilatazioni temporali che ne compromettono la fluidità. Olmi vuole farci riflettere sulle ingabbiature formali e ipocrite degli altolocati, messe a nudo davanti agli occhi ingenui e timidi di Libenzio, un giovane di origine contadina, alle prime esperienze di lavoro come cameriere e che servirà alla loro tavola. Tuttavia, nel curare molto lo stile della sua regia, Olmi si sofferma a lungo sui volti e sugli sguardi, tralasciando ogni evoluzione narrativa e finendo per appiattire la sua "favola". Alla fine, la staticità mummificata dei potenti commensali, perfettamente rappresentata, poco si differenzia dal viso pietrificato e inespressivo di Libenzio, la cui fuga, peraltro, finisce per essere sorretta da un movente piuttosto debole e farraginoso. Satira annacquata.