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IL PADRINO regia di Francis Ford Coppola

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Eddie993     5 / 10  09/08/2013 18:29:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tecnicamente un capolavoro, registicamente impeccabile, interpretazioni perfette, musiche incredibili, trama coerente e ben strutturata nei minimi dettagli, ricostruzione degli ambienti e del contesto sociale dell'epoca semplicemente perfetta. Un film sulla carta da 10.

Ma allora cosa mi ha turbato? Alla fine della visione sei contento che vinca "il buono". Lo speravi, è successo, sei felice e sei appagato. Ma è davvero "il buono"?
Non si fraintenda: adoro i film che mettono in discussione il concetto di "morale" e/o che la rovesciano per dar luogo a un ragionamento sull'argomento. Ma qui IO (tengo a sottolineare il pronome personale onde evitare incomprensioni) non ho avvertito questo: ho sentito piuttosto il film come subdolo, che mi ha preso alla sprovvista e mi ha inculcato un punto di vista forse "amorale", ma senza lasciarmi spunti di ragionamento al riguardo.
Forse per molti questo è un punto di forza, per me invece è un enorme punto debole in un film altrimenti perfetto.
Conclusi i titoli di coda avevo addosso una sensazione sgradevole. Ma non sgradevole del tipo "oh mio dio, adesso devo riflettere su quanto appena visto", ma sgradevole del tipo "proprio sgradevole".
Alla seconda e terza visione (volevo rivedere il film qualche volta prima di dare un giudizio affrettato) la sensazione è rimasta la stessa, solo sempre meno intensa.
Per non parlare poi del fatto che mi è sembrato un elogio alla mafia.

Non posso dargli meno di 5 per quanto espresso a inizio del commento, sarebbe ingiusto e imparziale verso un lavoro oggettivamente mastodontico. Ma non mi sento neanche di dargli 6 in quanto ho trovato il contenuto dell'opera estremamente discutibile.

(P.S.: nel commento ho espresso opinioni personali, opinabili e discutibili. Chiunque fosse tentato di commentare con un "nn capisci 1 caxxo di cinema torna a vdere i cinepanettoni!!!11!!!" faccia un favore a se stesso e non commenti. Chiunque, in accordo o disaccordo con me, abbia voglia di un confronto interessante e magari costruttivo ben venga.)
hghgg  09/08/2013 18:53:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per ora dico solo che secondo me dovresti votare secondo quello che hai detto nelle prime due righe. Un film non deve andare per forza nella direzione che vogliamo noi e stroncarlo per delle sensazioni sgradevoli mettendo in secondo piano gli aspetti tecnici per me è decisamente errato.

Stasera forse preciserò due cose riguardo il resto del tuo commento (sul "è davvero il buono" e l'apologia alla mafia) perché adesso proprio non ho tempo.
scantia  09/08/2013 19:04:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In realtà non credo di aver capito esattamente cosa ti abbia turbato tanto: il limite del film sarebbe non aver rispettato una tua aspettativa, per così dire, "etica"?

Altra questione: il fatto che la Famiglia sia un destino ineluttabile anche (soprattutto) per chi apparentemente ha vissuto gran parte della propria esistenza lontano da certe logiche, (e probabilmente aspirava a ben altro nella vita) ti sembra un elogio alla mafia?
Eddie993  09/08/2013 19:47:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Francamente credo che un commento critico debba tener conto tanto dell'aspetto tecnico quanto della serie di sensazioni che questo film ha provocato, almeno questo è il mio approccio nel commento di un film!

Detto questo non è che la mia critica sia rivolta al fatto che il film non abbia il risvolto "etico" che mi aspettavo, anzi, ho apprezzato molti film in cui la morale dei personaggi che si rivelava "vincente", o comunque predominante, era, dal mio punto di vista, estremamente discutibile, ma portava ad una serie di riflessioni che mi hanno condotto a mettere in discussione la mia concezione di morale. Quello che mi ha turbato del film in questione è il fatto che non mi abbia (ripeto che il mio è un giudizio totalmente soggettivo che NON vuole avere pretese di verità assoluta) dato questo spunto.
Io non sono sicuro di aver colto in pieno il film, dopo tre visioni prometto che mi avvicinerò almeno una quarta volta per cercare di vedere quanto mi è sfuggito, ma la conclusione mi è saputa molto da "questa è la nostra morale e devi accettarla così com'è.", e questo mi ha lasciato infastidito. Quasi come se Coppola avesse voluto renderla assoluta ed indiscutibile.
Purtroppo non riesco, e questo è un mio limite, a compensare la perfezione formale del film alla sensazione che mi ha lasciato, e devo dire che sono stato (e tutt'ora sono) molto combattuto riguardo al giudizio che ho sulla pellicola.

L'elogio del mondo mafioso (tra le altre cose aspetto che hanno intravisto altre persone con le quali mi sono confrontato riguardo al film) lo vedo soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi che, pur essendo complessi e dotati di molte sfaccettature, in molti punti del film mi han dato l'idea di essere rappresentati come martiri, più che come vittime del loro stesso gioco. Quello che ho apprezzato in altri film sul crimine organizzato (come ad esempio "C'era una volta in America", che reputo un grandissimo capolavoro) è uno sguardo più imparziale e più distaccato riguardo alle vicende del (dei) personaggio (personaggi), che secondo me lascia più spazi a riflessioni del tipo "perché ha agito così? Fino a dove il personaggio poteva comportarsi in un determinato modo e fino a dove questo comportamento gli è stato imposto?" e così via. Insomma, mi ha dato l'idea che alla fine non volessero che lo spettatore si facesse certe domande.

(spero di aver spiegato meglio il mio punto di vista, e non vedo l'ora di ricevere una risposta.. Magari il confronto con qualcuno che ha apprezzato il film mi farà rivalutare aspetti che avevo sottovalutato/compreso male)
scantia  10/08/2013 14:26:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, l'esistenza di una morale mafiosa che "è così e devi accettarla com'è" già mi sembra una presa di posizione non indifferente!
Coppola oscilla alla perfezione tra il documentaristico e il romanzato, non parteggia e non espone punti di vista in modo diretto, ma conta sull'inevitabile confronto tra le due etiche che scatta nello spettatore, come dire: io non do giudizi perché dovete darli voi.
Ma il risultato mi sembra scontato! E' evidente il contrasto tra la retorica epica dei personaggi e il loro comportamento. Sono indubbiamente affascinanti, suscitano simpatia epidermica, ma alla fine si tradiscono e si uccidono tra amici d'infanzia e parenti, vivono di traffici illeciti, quei sentimenti di onore e rispetto che potrebbero far pensare ad un intento apologetico da parte dell'autore sono in realtà basati sul rispetto di regole imposte per tradizione, quasi religiose, e la paura che una loro eventuale trasgressione genera.
Sostanzialmente Coppola fa trapelare tra le righe un modo finto e ipocrita, i dialoghi sono la quintessenza dell'ambiguità, più sono infarciti di complimenti e ossequi, più indicano rivalità e tradimenti.
E Coppola trasferisce questa ambiguità a livello narrativo, creando personaggi empatici per cui non puoi non simpatizzare ma che rappresentano un mondo di fatto moralmente inaccetabile, un meccanismo perfetto di critica mascherata al sistema mafioso.
Personalmente lo trovo molto meno apologetico di quanto possa essere un film come Quei Bravi Ragazzi, dove il protagonista alla fine si salva da ogni condanna, morale e penale.
hghgg  16/08/2013 14:32:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"un film come Quei Bravi Ragazzi, dove il protagonista alla fine si salva da ogni condanna, morale e penale." Ma anche questo è inesatto. Si tratta di un'estorsore, spacciatore, rapinatore, se qualcuno lo salvasse da una condanna morale sarebbe abbastanza scemo, di sicuro non lo fa Scorsese, lui si limita a raccontare. Poi Hill era un pesce relativamente piccolo, usato come spesso capita per arrivare a teste più pesanti, quindi si, la condanna penale lì l'ha evitata ma i fatti son quelli, non si poteva mica mostrare qualcos'altro. Anzi, alla fine con le sue chiacchiere qualcuno l'ha s*******to eccome, mi pare (anche nella storia vera non solo nel film).
hghgg  09/08/2013 20:22:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'Era una volta in America è più in film sull'amicizia, sul tempo che sulla mafia, amicizia tra gangster ok ma resta lontano dall'essere "un film sulla mafia" quindi è ovvio che l'approccio sia diverso.

Quello che posso dire è che Coppola non ha alcuna intenzione di far passare per eroi i personaggi del film, da semplicemente un forte alone epico al film, da qui probabilmente la sensazione di personaggi visti quasi come martiri (si, ma comunque più di se stessi che di altro) ma resta il fatto che Coppola si mantiene al di sopra da ogni giudizio, sta a noi al massimo farci un'idea e qui mi riallaccio al tuo precedente discorso di "alla fine i buoni vincono, ma sono davvero buoni ?" Ehm, no. Non lo sono. Nella maniera più assoluta. E GUAI a pensarlo anche perché Coppola non ci dice mai che sono "buoni". Sono i protagonisti, il che non vuol dire che siano buoni (è la New Hollywood, diamine) questo è chiarissimo. Michael è l'unico estraneo a tutto ciò all'inizio ed è incredibile la trasformazione a cui assistiamo nel corso del film (Pacino...) Avranno un'etica tutta loro, il senso del rispetto e bla bla ma sono criminali, sfruttatori, assassini, ricattatori, rapinatori e svariate altre cose. Tu calcola anche che questo è appunto forse il film sulla mafia di stampo più romanzato e, come dicevo prima, epico, e la morale va davvero presa sulle pinze perché tutto quello che il Padrino è, è un film (immenso) su dei mafiosi idealizzati e romanzatissimi, in un certo senso quasi una visione romantica si, ma senza giudizi positivi perché quelli spettano a noi e ripeto, almeno io sono ben lontano dal giudicare positivamente ognuno di questi personaggi, pure se in chiave epica e romanzata (e pure se in chiave grottesca e divertente, ma anche più realistica, come in Goodfellas di Scorsese). Ultima cosa poi c'è Mario Puzo autore del libro da cui sono tratti i film, ecco quello ha effettivamente preso da fatti, eventi e personaggi reali ma li ha completamente trasfigurati, modificati, alterati in modo da darne una visione epica e irreale ma tutt'altro che vicina a rappresentarne un'apologia. Ecco questo è quello che penso, non so se chiarirà i tuoi dubbi e alla fine mi interessa poco però ci tenevo a risponderti perché almeno il tuo commento porta a riflessioni e discussioni interessanti.
Eddie993  09/08/2013 20:35:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti sembra quasi che la condotta della famiglia sia in un qualche modo ambivalente. Nel senso: assolutamente spregievole come condotta se contestualizzato nel macrocosmo della società, onorevole e retto se decontestualizzata e calata unicamente nel microcosmo della criminalità organizzata, se non addirittura nell'ancor più ristretto ambiente familiare (correggimi se sbaglio, in quanto mi sembra un punto abbastanza cruciale per la comprensione del film). Però spesso ho avuto l'impressione che questa seconda visione prendesse troppo il sopravvento sulla prima.

Colgo l'occasione per chiedere se hai letto il libro di Puzo, e se si, se lo consiglieresti.. Ero intenzionato a procurarmelo e a leggerlo anche per magari contestualizzare/capire meglio il film.

In ogni caso mi sento incompleto al riguardo, come se ancora dovessi capire "Il Padrino". Speravo in risposte ad un voto comunque basso (anche se non voleva assolutamente essere provocatorio) per avere un confronto, e sono felice che stiano saltando fuori aspetti interessanti.
hghgg  09/08/2013 21:15:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
" assolutamente spregievole come condotta se contestualizzato nel macrocosmo della società" Be alla fine è questo l'aspetto centrale: anche se nell'ambito della famiglia poi si comportano in un certo qual modo, anche affettivo, sono e restano criminali privi di scrupoli. "onorevole e retto se decontestualizzata e calata unicamente nel microcosmo della criminalità organizzata" Be dai, il loro comportamento nell'ambito della criminalità organizzata non può certo esser visto come qualcosa di onorevole, non c'è nulla di onorevole e retto nell'infilare la testa di un cavallo nel letto di qualcuno :D L'essere onorevoli appare più in ambito familiare qui però il discorso è: sono ovviamente legati alla famiglia nel senso più tradizionale del termine e con le loro particolarità e i loro "codici" e per i loro familiari hanno magari anche affetto sincero, e in questo non ci vedo nulla di strano anche se andando avanti con gli anni questo rapporto familiare conterà molto meno in caso di necessità (non so se hai visto il secondo immenso capitolo ma questa contrapposizione si vede benissimo nelle due narrazioni della vita di Vito Corleone da giovane e nel "presente" del film con Michael nuovo boss, più moderno, freddo e spietato, ed ecco che il tutto assume toni molto più oscuri, intricati e meno epici e martirizzanti). Però ancora una volta ci tengo a sottolineare che Coppola non vuol dare nessun giudizio ne in positivo ne in negativo su costoro, sta a noi, lui ha fatto semplicemente un film di stampo quasi epico su dei gangster.

Sicuramente consigliato il libro di Puzo che tra l'altro raccoglie anche punti che nei primi due film non sono stati approfonditi (la guerra tra Vito Corleone e Capone ad esempio)
Eddie993  09/08/2013 21:42:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo te la visione di tutti e tre i film come un unico continuum può aiutarmi a cogliere quello che non sono riuscito a cogliere dalla visione del primo film da solo?
L'opinione che ho al momento mi ha un po' scoraggiato per una eventuale visione degli altri due capitoli, ma non voglio che questo mi pregiudichi un giudizio più obiettivo sull'opera in generale. Se pensi che ne valga la pena, sarei lieto di riprendere la discussione una volta visto tutto!
hghgg  09/08/2013 22:15:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A parte che per cogliere quello che non hai colto ti basterebbe pensare, durante un'eventuale quarta visione del primo capitolo, a uno o due punti tra quelli che ho sottolineato prima, il fatto che sia un film epico su dei gangster e non tanto apologetico. Che poi oh, se proprio non cogli rimani vivo lo stesso e io pure eh :)

Forse in ogni caso una visione d'insieme ti schiarirebbe le idee si, calcola che il secondo capitolo come detto, se da una parte segue le vicende di Vito Corleone da giovane (un monumentale Robert De Niro) dall'altra continua da dove terminava il primo capitolo, con il nuovo padrino. Quel Michael Corleone che incarna alla perfezione il prototipo del mafioso moderno, con il film che approfondisce molto di più le relazioni mafia/stato/ambienti governativi, ed è, nella parte degli anni '50 molto più oscuro e dal tono meno epico, tutto è più freddo e spietato anche se almeno il concetto dei legami familiari è ancora forte, ma è proprio qui che cominciano a spezzarsi di fronte al gelo di Michael Corleone.

Il terzo purtroppo (arrivato solo nel 1990, il secondo è del 1974) è due spanne sotto pur essendo buono, lo consiglio solo per completezza ed è anche quello più ruffiano e che effettivamente esagera col pietismo verso il personaggio di Michael Corleone. Mettici poi che ci recita quel cane di Sofia Coppola e la frittata è fatta.