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MICHAEL CLAYTON regia di Tony Gilroy

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  09/10/2007 18:43:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente un (ottimo) prodotto, realizzato con professionalità e meno convenzionale di quanto sembri, un'onestissimo esempio di cinema di denuncia al quale difetta però un sensazionalismo enfatico che incute rabbia e indignazione nello spettatore anche quando non è proprio il caso.
L'errore del film è di prendersi troppo sul serio, e la colpa va attribuita al regista, troppo preoccupato di dirigere gli attori e francamente arrancante con una trama che omette, tradisce e svela solo parzialmente al servizio delle forzature (queste sì) psicologiche dei personaggi.
Peccato, perchè le prime inquadrature, con la città trasversalmente proiettata nel suo habitat, sono quasi degne di un Kubrick o (appunto) di un Pollack d'annata.
Enfatizzato pure il personaggio di Wilkinson, cmq straordinario, una via di mezzo tra Danny Aiello e il Peter Finch di Quinto Potere, la cui sorte allude proprio alla giostra di rivendicazione mediologica del celebre personaggio (nel film di Lumet).
Ovviamente il film si regge tutto nelle interpretazioni, un Clooney misurato e amaro, un Pollack abile e cinico caratterista, una Swinton davvero carogna che non dimenticheremo facilmente (mentre recita allo specchio il "discorso di rito" è eccezionale, sembra il protagonista della 25esima ora col suo memorabile monologo sociale).
Micheal Clayton è un onestissimo film di genere, ma si perde in un'artificiosità che fatica a trovare una sua coerenza: troppe cose da dire, e alcune patologiche attenzioni che avrebbero potuto essere sorprendenti (insolitamente azzeccata la morale new age del figlio di Micheal).

Nulla di straordinario ma neanche di particolarmente tragico, anzi: un decoroso prodotto che mantiene alla lunga quel che promette, e dimostra che si possono fare ottime cose senza mirare a pretese troppo alte.

Nel senso dei suoi limiti, e senza troppe pretese di sorta, è un buon film

("Io non faccio miracoli, faccio le pulizie", cfr)
Pasionaria  10/10/2007 13:42:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so se ho interpretato male il tuo commento, ma non mi pare che dal film emerga un sensazionalismo enfatico gratuito, mi potresti spiegare che cosa vuoi dire? Non ho capito.
Sono d'accordo sul fatto che il film sia debitore delle interpretazioni e hai ragione anche quella della Swinton è forte, come l'ultima scena( quando sullo sfondo lei cade in ginocchio) sicuramente una delle meglio riuscite. Il difetto sta nel non avere approfondito il percorso redentore di Clayton, offuscato dall'intreccio narrativo. Difficile, credo, per un regista esordiente stare dietro a tutto, tuttavia è comunque meritevole di avere diretto dignitosamente un film non facile.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  13/10/2007 20:23:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me pare di sì, specialmente quando ho detto che il film sembra ossessionato dalla presa emotiva anche quando non è il caso... qualcosa del genere almeno a me ha dato quest'impressione, soprattutto nelle sequenze (appunto) dove non era necessario tanto trasporto... comunque è un buon film