kowalsky 6 / 10 29/06/2007 00:48:21 » Rispondi Freddo addattamento del classico di McGrath, "Follia" secondo me non riesce a trasmettere quegli stati d'animo che erano basilari nel romanzo dello scrittore, senza contare che - nel suo ingessato stile inglese (dove le emozioni vengono se non trattenute, perlomeno celate) finisce per precipitare, verso il finale, nell'opposto di sè, in un'enfasi drammatica degna di certi vecchi "polpettoni" del cinema. Ma non vorrei essere troppo severo, anche perchè l'interpretazione della Richardson è assolutamente magnifica: è lei a reggere una (difficile) prova in mezzo a medici un pò grotteschi e viscidi, psicolabili lievemente stereotipati e imbelli (odiosi) mariti borghesi e (almeno inizialmente) ludicamente cinici e ambiziosi. Un film segnato dal tempo, e proprio come il Passato da rimuovere sorprende che la scansione degli eventi sia in realtà troppo artificiale e brusca (oserei dire persino "indolore") rispetto alla loro drammaticità, e alle molte (troppe?) sfumature della vicenda. Sembra di rivedere il giovane Cliff Richardson mentre, in una giostra amnetica/rimozionale di schizofrenia, prende dolcemente la mano di Joan Crawford rammentando una ferita ancora aperta, in uno dei momenti più toccanti di "Foglie d'autunno". O ricordare l'odioso A. Lyne quando perseguita l'eroina fin dall'inizio a dimostrare misoginamente quanto Gere (il marito cornuto) "avesse il diritto di difendere il proprio (dis)onore". Eppure basterebbe prendere i primi fotogrammi del film, splendidi, per desiderare che questa estraneità si tradisca, si riveli compiutamente: lei che dev'essere la moglie perfetta di un medico (come la Nora di Ibsen) e si vede tutto lo sgomento di una donna costretta a seguire il marito per un presente, un futuro, tra strutture psichiatriche e uxuricidi dotati di talento artistico. Se ciò non accade, è colpa di un regista che segue schemi fin troppo abusati: il voyeurismo del sesso sfrenato, l'ossessione-feticcio della dipendenza (o anche della sopraffazione), il retaggio di un'inconscio/subconscio Freudiano (cosa cerca davvero lei? di diventare vittima di un "mostro" per autopunirsi del suo desiderio?). Peccato, perchè la fotografia è notevole, la protagonista azzeccata, gli ambienti dei medici e delle loro famigliole ultraconservatrici che scomodano un liberismo ipocrita e sottilmente coercitivo, funzionano alla grande. Solo che avrei desiderato maggior urgenza espressiva e minor melodramma ai fini della vicenda. Tutto sommato si poteva fare di meglio, ma proprio per questo un voto in meno
kowalsky 29/06/2007 01:23:17 » Rispondi Era Cliff Robertson, non Richardson mah
Gabriela 04/07/2007 12:22:53 » Rispondi Devo dire che per quanto riguarda la regia hai ragione. L'ambientazione è perfetta, il finale mah... Mi sono fatta condizionare troppo dal libro? :-)
kowalsky 04/07/2007 20:38:06 » Rispondi Sono stato un pò troppo severo, in effetti avrebbe meritato un 7, i pregi superano di gran lunga i difetti