caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

XXY regia di Lucía Puenzo

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Looklike     7½ / 10  17/08/2012 19:05:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal sudamerica, nella calda estate del 2007 esce "XXY" film applauditissimo a Cannes e a casa mia. Protagonista, la bellissima Inès Efron: un grazioso volto che fa da cornice a 2 occhi incantevoli, e se abbassi lo sguardo, scivoli con la fantasia fra le delicate curve di un corpo perfetto, snello, fragile, tinto di toni diafani che danno l'impressione di trovarsi di fronte ad una statua di porcellana. Peraltro è una gran brava attrice, almeno in questo caso, anche perchè il ruolo pare tutt'altro che facile. Inès è infatti Alex, creatura nata con una rara malformazione genitale che Wikipedia chiama Intersessualità, da qui il titolo, mescolanza fra le sigle che contraddistinguono cromosomi maschili (xy) da cromosomi femminili (xx), risultato "XXY", una bella trovata. Padre di Alex, biologo, madre non lo so. Famiglia perbene, costretta a lasciare l'opprimente ambiente metropolitano di Buenos Aires, per trasferirsi in un mite paesino di pescatori buzzurri pronti ad accogliere un eventuale Frankestein con torce e forconi. E qui vorrei soffermarmi: Siamo sulle coste uruguaiane, dipinte magnificamente da una fotografia semplicemente su-bli-me: il mare increspato dalle onde, le pallide e desolate spiaggie, i volti, gli sguardi talvolta trasognati, talvolta feroci di Inès, il suo corpo fragile. È tutto magnifico. Quei silenzi poi, quei maestosi silenzi ornati dal suono delle onde. Chissà se l'Uruguay è davvero così bello... comunque, tornando alla trama, la vita procede difficilmente sia per papà e mamma, ridotti ad uno stato di fatale omertà, sia per Alex forzata a imbottirsi di particolari steroidi che le bloccano il processo virilizzazione (?). Una visita non del tutto gradita e altri sgradevoli episodi (troppi!) stravolgeranno ulteriormente la vita di Alex e la metteranno di fronte a scelte gravose riguardo al suo corpo ma soprattutto riguardo al suo essere e non essere.
Si tratta del primo film che tratta l'argomento dell'intersessualità in età adolescenziale, un soggetto audace ed affascinante supportato da una scenggiatura un po' ridondante con dialoghi che talvolta sfiorano il livello di un copione da soap opera di bassa lega. I toni sono abbastanza delicati perlomeno nella prima mezz'ora. Poi il sipario si apre su un'ottima scena erotica, molto interessante e alquanto imprevista. Bizzarra oserei dire. E da lì, il film acquisisce una tinta leggermente erotica, diciamo più cruda, tant'è che per quasi tutto il secondo tempo, la protagonista rimane a seno nudo. Come lamentarsi?
Malgrado sia rivedibile sotto alcuni aspetti, il film è toccante e sincero come pochi; XXY concede allo spettatore un grande spunto per delle riflessioni sull'essere adolescenti, sull'essere diversi e sull'essere genitori.