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DEAD MAN'S SHOES regia di Shane Meadows

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oh dae-soo     9 / 10  08/08/2012 10:56:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE, SPOILER PRESENTI

Quasi una magia.
Raramente in un'opera che trasuda rabbia, disperazione, violenza, vendetta, degrado e cattiverai ho visto una classe, uno stile, una dolcezza e un'armonia nella scrittura come qua.
Già il titolo, Dead Man' Shoes racchiude quello che scrivo.
Provate a pronunciarlo, sentite quanto è bello, armonioso e dolce pur avendo la morte dentro.
Questo è un film quasi miracoloso, una di quelle piccole opere che ti entrano nel cuore piano piano, scena dopo scena, musica dopo musica.
Merito di una scrittura meravigliosa, capace di sorprendere lo spettatore quando questi nemmeno se lo aspettava o lo chiedeva, capace di tirar fuori dialoghi e sequenze quasi perfette nella sua semplicità.
E' un film che ci parla quasi solo esclusivamente di morte facendoci battere lo stesso il cuore.
E forte.
Shane Meadows è forse uno dei registi più importanti tra quelli boicottati nel nostro Belpaese.
Meno male che le Officine Ubu ci hanno messo le mani.
E, senz'altro solo una semplice coincidenza, ma mi emoziona il fatto di credere almeno al 2% di avere un merito per aver portato qui da noi questa lurida e allo stesso tempo lucente perla.
Chiamai le Officine per complimentarmi di qualcosa (forse di Miike) e gli chiesi di recuperare Meadows, in specifico questo film.
E' successo.
Non c'entro nulla, ma fatemici credere.
Perchè sta storia di due fratelli, uno, Richard, ex soldato, uomo capace di distruggerti col semplice sguardo, l'altro, Anthony (un commovente per quanto bravo Tony Kebbel), ragazzo affetto da un lieve disturbo mentale, sta storia dico a me è sembrata di una bellezza mozzafiato nella sua semplicità, nella sua tragedia, nella sua tenerezza lorda di sangue.
E quella vendetta che all'inizio ci sembra così spropositata, così assurda, così terribile,trova poi un suo perchè, anzi, ci sembra quasi necessaria, giusta.
E non è un caso che Richard passi da semplici scherzi alle esecuzioni finali.
Rispetta un iter preciso, vuole fare vivere a quei balordi il loro contrappasso in maniera perfetta, vuole che la tragedia passi attraverso il gioco, attraverso l'umiliazione, perchè questo è quello che ha passato Anthony.
Lo stile di regia di Meadows è d'eccellenza.
L'uso delle musiche-una colonna sonora letteralmente fantastica- lo stile di ripresa, la capacità di raccontare con la stessa semplicità il dolce e il brutale, la morte e la poesia di un, a posteriori, indimenticabile dialogo di spalle tra i due fratelli, la classe nel girare sequenze come quella dello stordimento post-droga. E quei dialoghi così realistici, duri ma a volte comici, profondi anche quando semplici. Qui c'è uno col fuoco sacro della regia dentro, altrochè.
Richard li fa fuori tutti.
Nel nome del fratello storpiando un'altra grande pellicola.
Ma anche nel nome del padre per il quale lo stesso Considine (l'attore che interpreta Richard) ha scritto il film.
E il finale, dopo quel terribile, inaspettato e strepitoso flash back, il finale con quel dialogo de visu tra Richard e l'ultimo degli aguzzini è la degna conclusione di un film che come spesso capita avrò fin troppo esaltato ma è qui che mi porta il cuore.
Richard ha completato la sua missione.
Dice di volersi fare uccidere perchè ora è lui il mostro, la bestia, è lui ad aver superato probabilmente l'abominevole gesto della gang di bulletti col pannolone.
E solo uno di quella gang può farlo fuori perchè solo uno di quella gang può capire.
Dice di volersi fare uccidere perchè ora è lui il mostro.
E dice di volersi riunire ad Anthony.
Alla seconda credo,alla prima no.
In realtà vuole che Anthony sopravviva ancora in questo mondo, in quello delle cose dure e che fanno male.
Sopravviva nella memoria di un uomo che da oggi in poi non vivrà più facilmente la propria vita.
Sopravvivere dentro un senso di colpa è 100 volte peggio di prendersi un colpo di rivoltella.
Anthony avrà la sua vendetta giornaliera in questo mondo.
Nell'altro invece si metterà a sedere e sentirà una schiena poggiarsi alla sua.
Parleranno di quella volta che lui è venuto a scuola e ha vinto la gara di tiro.
Parleranno di tutte le cose di cui possono parlare due fratelli.
Parleranno tutta la notte.
Anche se la notte dove si trovano adesso magari è abbagliante.