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PUSHER 3 regia di Nicolas Winding Refn

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impanicato     7½ / 10  11/03/2015 01:07:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo capitolo della magnifica trilogia di Refn che dopo il successo del secondo, corre per girare l'ultimo che servirá per dargli notorietá e soprattutto fondi per i suoi successivi ed ottimi film.
Se il primo era pieno di crudezza ed il secondo di introspezione psicologica, questo cerca, e ci riesce anche bene, di intersecare queste componenti e viene ottenuto un risultato che non si riesce a scordare per molto tempo.
La vicenda tratta di Milo, il pusher serbo del primo film, il quale vorrebbe uscire dalla sua dipendenza dalle droghe e vorrebbe aiutare la tanto amata figlia Milena ad organizzare la sua festa di compleanno, ma quando sembra tutto andare per il meglio, diversi intoppi gli sbarreranno la strada e si ritroverá in situazioni davvero spiacevoli da cui sará difficile venirne fuori. I fatti narrati copriranno 24 ore del boss della droga partendo, come solitamente utilizzato da Refn, da un inizio abbastanza soft e ripetitivo, forse noioso ed arrivando ad un finale veloce, rapido, crudo e triste. Per di piú gli attori sono stati fatti recitare in ordine cronologico per fare immedesimare ancora di piú gli attori nel ruolo.
Milo sembra un uomo freddo, che si interessa solo dei propri loschi affari, ma con l'aumento della tensione si puó capire come riesca a distinguere il bene dal male ed a procedere secondo un'etica molto personale, ma che lo fa vedere bene dagli spettatori. E' un uomo che si scava da sé la propria fossa, ma con le proprie forze riuscirá ad uscirne, anche piú forte di prima. E' un uomo che subisce a causa dell'etá non piú consona per fare quello per cui era diventato famoso: sempre punzecchiato dalla figlia e preso in giro dai "colleghi" piú giovani che sono riusciti ad allargarsi ed a fare altro.
La mezz'ora finale é da antologia e da stomaci forti e lo sguardo al vuoto prima dei titoli di coda puó sembrare un sintomo di speranza, ma é tutta la pesantezza accumulata in tutto il tempo passato a fare il cattivo.
Refn dirige perfettamente la pellicola, camera in spalla e movimenti repentini che danno sempre il senso di agitazione e tensione che cresce sempre di piú, aiutato da un forte suono elettronico ripetuto varie volte. Ottima la scelta del cast: ovviamente il mattatore della pellicola é Zlatko Buric che regge da solo tutto il film grazie ad un'interpretazione magistrale di uno tra i piú enigmatici personaggi cinematrografici, si intravede nel sguardo lo sdegno e la fatica per quella brutta vita; personalmente mi é piaciuto molto anche Slavko Labovic, una sorta di Mr. Wolf danese, che interpreta un vecchio cattivo pronto a tutto per aiutare l'amico in difficoltá.
Una Copenaghen marcia e drogata, un uomo distrutto. Questo é Pusher 3.