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E IL VENTO FA IL SUO GIRO regia di Giorgio Diritti

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Invia una mail all'autore del commento logical     6 / 10  17/07/2007 01:19:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Valle Maira über alles: inizia triste, senile e prevedibile come uno spot del Mulino Bianco per poi sottilmente trasformarsi in un Dogville piemontese (o occitano, più misterioso). Il sentimento della comunità, i suoi riti e le sue regole violente che prevedono sempre e comunque l'annichilimento del diverso qui prendono in prestito una storia implausibile anche per una mente totalmente urbanizzata come la mia. Ma la curiosità turistica, la volontà di rimanere alla finestra a guardare chi litiga per strada non diminuisce e se non sono le storie a distrarti, guardo le gallerie, le strade gelate o come le donne si asciugano i capelli.
I paesi si svuotano, rimangono i vecchi aggrappati alle cose, ai rancori e alle gelosie, lamentosi per la mancanza del nuovo o di qualche distrazione ma sempre maggioranza vincente nel dire no ad ogni mutamento nell'alibi della tradizione o di chissà quale anima mundi scavata in una lingua.
La scena migliore: un villeggiante esperto in barbecue abbandona la griglia al suo destino di carbone per capire da dove venga un forte odore di suino.

Non cercherei metafore, attenderei paziente che tutto finisca in quella mummificazione che ci aspetta.