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L'AVVOCATO DEL DIAVOLO regia di Taylor Hackford

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odyssey89     6½ / 10  25/10/2009 19:42:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Vanità. Decisamente il mio peccato preferito." La battuta chiave di Al Pacino/John Milton riassume ed incarna il tema della pellicola: la facile caduta dell'uomo nel buio dei peccati capitali, in particolare vanità, appunto, e avarizia. Il potere e il fortunato Caso che rendono l'uomo cieco e bestia investono il giovane e promettente avvocato Lomax, il quale senza accorgersene, ma scegliendo, lascerà la moglie vittima del diavolo, e nonostante "l'eroico gesto finale", non si redimerà del tutto...Il film ha sicuramente molti punti di forza: gli attori ( magistrale Pacino, in questa moderna incarnazione di Satana, il cui monologo finale, per la bravura tecnica più che per il suo significato reale, vale quasi l'intero film), la colonna sonora e la trama. L'inizio e i primi 45 min pongono i presupposti per un prodotto davvero notevole, merito sopratutto del voler rappresentare la Grande Mela, le donne alto borghesi e "facili", la Chiesa, luogo del profano e della perversione e gli uomini di potere come l'incarnazione del Diavolo, la tentazione del denaro e del sesso, e il protagonista John Milton, autore del "Paradiso Perduto". Tutto ovviamente già visto, ma interessante e intelligente, perché basato proprio sul non visto e l'implicito. Ma poi interviene Hollywood e tutto comincia a decadere, l'apparizione del primo mostro è già un punto in meno. In realtà tutto continua a reggere fino alla fine. Il confronto finale tra i due protagonisti sommerge il film di assurdità devastanti, degne solo delle geniali, ma pur sempre "strane" e deliranti mentalità americane ( la scoperta che Kevin e Cristabella sono i figli di Satana e assieme al loro figlio daranno vita all'anticristo, banalizza e ridicolizza il tema importante del libero arbitrio) e il suicidio di Reeves, a ben vedere, non è la soluzione più razionale al problema, ma sicuramente quella più spettacolare. E il finale, "paint it black" compresa, strizza troppo l'occhio al pessimismo di Full Metal Jacket e rende alla fine il tutto molto "furbo" . Impressionante, infine, la capacità degli americani di sognare al cesso; ovviamente qualcosa è successo e forse non è stato solo un sogno, però la soluzione è deboluccia e risibile. Intoccabile comunque, come già detto, la prova degli attori, Pacino su tutti. Peccato.