simos10 10 / 10 17/08/2008 12:49:47 » Rispondi E' la perdita della ragione il vero terrore. Forse è questo che la traccia moralistica del film, che ancora in pochi stentano a capire, cerca di evidenziare. E non è quel terrore scontato che si da per sottinteso in ogni campo e controcampo di un qualsiasi flm horror. Ma qui, dall'altra parte dell'inquadratura, all'estremità del corridoio, si attanaglia l'inquietitudine della voce di due gemelle che chiedono compagnia. Ho letto il libro di Stephen King, illudendomi di farmi persuadere dalle atmosfere del film e proprio leggendolo ho capito quanto Kubrick fosse grande. Perchè ha preso un best-seller horror e lo ha trasformato in un incubo "a grandangolo". E la vera poetica del film è vedere come una storia come questa possa prendere con altrettanta facilità lo stile di Kubrick. Perchè
il labirinto finale nel libro non c'è. Come la schizofrenia di jack in realtà nel libro è un'assurda trasformazione meta-fisica.
Tutto esce dalla sua fantasia. Sembra esso stesso un rimando alla psicologia debolissima e sottilissima di ogni uomo sul ciglio del burrone. E' quell'albergo isolato a farci diventare matti. Non i fantasmi o gli spiriti che lo invadono. E forse solo nel cinema dei matti che Kubrick sa rappresentare si sarebbe potuta ambientare l'atmosfera di quella vicenda. E per Nicholson non ci sono parole. E' tutto così geniale quanto folle.
diabolik74 04/10/2008 18:18:32 » Rispondi COME NON QUOTARTI PAROLA PER PAROLA? ASSOLUTAMENTE DACCORDO!