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ANTENNA regia di Kumakiri Kazuyoshi

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Ciaby     8½ / 10  07/01/2010 20:52:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ed è bis. Dopo lo straordinario ed estremamente sanguinario "Kichiku", Kazuyoshi torna a sorprendermi con questo "Antenna", un film che più strano non si può, in grado di unire ogni genere possibile. Così come "Kichiku", anche "Antenna" parte placido, lentissimo, con inquadrature lente e fisse e poi esplode in una seconda ora che toglie il fiato.

Laddove in "Kichiku" era la violenza fisica, devoluta dalla pazzia, a lenire un dolore, qui è il dolore interiore (masochismo, per intenderci), ma soprattutto il sesso. Yuichiro e Naomi non fanno altro se non questo, fuggire dalla disperazione reale con queste due vie di fuga. il protagonista è distrutto dalle piccole tragedie domestiche e fugge nei suoi sogni, ferendosi al petto. Così come Naomi, che può sembrare il personaggio antagonista, quello che uccide, che umilia, che distrugge, è invece l'unico veramente in grado di salvare il protagonista dal suo dolore. Come? Distruggendolo, ovvio.

E alla fine, quando la disperazione si fa grande, l'antenna si rivela l'unica criptica salvezza. Morte o salvezza? La risposta è poco chiara, ma non è forse incerta anche la nostra vita?

"Antenna" è un complesso affresco sulla disperazione umana, sulla mancanza di coraggio di fronte alla tristezza, della nostra incapacità di reagire al dolore, ma della nostra prontezza nell'incutercelo.

Eccellente la straordinaria recitazione, convincente anche la regia (come sempre con quel fascino retrò) e sensazionale la parte finale, che lascia letteralmente basiti.
Un film lento, a tratti esasperante e inconcepibile, ma inaspettatamente bellissimo: ti sputa in faccia e ti prende a pugni, facendoti stare male. Yuichiro è noi. Non per tutti, ma fortunati quei pochi.