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ACROSS THE UNIVERSE regia di Julie Taymor

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don carlos     5½ / 10  07/06/2009 01:22:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da appassionato di Beatles quale sono, non posso dire che questo film renda del tutto giustizia al genio creativo del quartetto di Liverpool.

Citando la recensione che ho letto qui (quella che dava voto 8): <<...un musical finalmente intelligente, brillante e brioso, libero sia di quella fastidiosa ruffianeria che ha afflitto tutte le più recenti produzioni hollywoodiane, sia di quell'aura modaiola patinata che incombeva sul pur originale "Moulin Rouge">>.
Come sarebbe a dire? Detto in tutta franchezza, non vedo la minima differenza fra questo musical e altre produzioni hollywoodiane come Moulin Rouge, in quanto a grado di ruffianeria e superficialità modaiola "teeneggiante" - basta sentire il modo di cantare del protagonista: "ggiòvane", melenso e a lungo andare insopportabile.

Questo film è in sostanza un contenitore di Beatles in pillole, una specie di omogeneizzato di Beatles pronto per l'uso e tarato furbamente sulla sensibilità e sui gusti della "generazione MTV".
Voglio dire, è abilmente programmato per soddisfare un target giovanile abituato a ben altra musica, un guazzabuglio di mediocrità artistica che, messo tutto insieme ed elevato al quadrato, non vale un decimo di quello che si produceva fino a 20-30 anni fa.

Quello in cui è ambientata la storia è effettivamente l'immaginario beatlesiano, ma il film lo attraversa (o meglio, lo trapassa) proprio come una comitiva turistica giapponese attraversa di corsa Venezia, perché c'è poco tempo, e scatta foto a raffica senza godersi nulla.
In parole povere, il film è un viaggio confuso e sconclusionato, in cui si vede tutto senza vedere niente.

Niente da eccepire sull'originalità degli effetti visivi, sulla spettacolarità eccetera, ma per fare un film come si deve sui Beatles, almeno secondo me, non bastano le innumerevoli, facili citazioni sparse qua e là, come il fatto che i personaggi si chiamino Jude, Lucy, Maxwell, Sadie, Jojo, Prudence (la quale, come si dice nel film, "è entrata dalla finestra del bagno", cioè "She came through the bathroom window") tanto per stuzzicare arruffianarsi chi i Beatles li conosce già. Simpatico, ma non attacca.

Chi invece non li conosce - ed è qui l'unico vero pregio che mi sento di riconoscere al film - si incuriosirà inevitabilmente e andrà ad ascoltarsi le canzoni originali come "mamma" le ha fatte e ad esplorare con più calma e attenzione l'universo dei Fab Four. Com'è giusto che sia, del resto, quando ci si trova di fronte a qualcosa che è più di una semplice band musicale degli anni '60: qualcosa che, per l'impronta indelebile che ha dato all'immaginario collettivo della gente comune e al panorama musicale, non esiterei a definire uno dei pilastri della cultura occidentale dell'ultimo mezzo secolo.

Tutto questo non lo dice un vecchio trombone-snob-intellettualoide, bensì un comune ragazzo di 21 anni che, dal punto di vista della cultura musicale, si sente alquanto preoccupato quando si guarda intorno fra gli appartenenti alla sua stessa generazione, per non parlare di quelli ancora più "ggiòvani".
Io spero con tutto il cuore che chi non conosce i Beatles si incuriosisca guardando questo film; spero però che non si convinca di conoscere i Beatles solo per questo, della serie: "Beatles? Ah, sì... 'aa sàmo, ho visto il film".

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don carlos  08/06/2009 20:33:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oddio, l'ho recensito praticamente come fosse un film sui Beatles: diciamo che effettivamente non è solo un film sui Beatles, ma un po' è come se lo fosse - almeno per me - dato che l'elemento distintivo di questo film sono proprio le canzoni...