kowalsky 7 / 10 04/07/2007 21:14:01 » Rispondi Forse dovrei riflettere sulla realtà delle cose, alla luce del testo di De Amicis, che ho sempre trovato indigesto e stucchevole, ma che in un modo o nell'altro mi ha accompagnato indirettamente alla lettura di Pratolini o di certi romanzi di Mario Soldati anch'essi notevolmente sorpassati e fors'anche un pò retorici. Non dimentichiamo poi che "Cuore", sotto la scorza del suo greve sentimentalismo, era un libro Laico, ovvero Socialista. Come laica è la notevole "lettura" che ne fa Comencini , rappresentando quel mondo sociale e istituzionale in modo tutt'altro che esemplare, anzi mostrando quanto recidiva e stolta sia la dimensione borghese del contesto disciplinare, e lo stesso ineffabile manierismo di certi personaggi (la maestrina dalla penna rossa cfr. De Sio sembra uscita da certe estetiche Cechoviane). Ottima la prova di Dorelli e struggente (ma mai melensa) la visita dei ragazzi e dell'insegnante nel riformatorio in cui è rinchiuso uno dei compagni. In quello squarcio, in quei 10 minuti di film, si respira la stessa dolorosa emarginazione di "Sciuscià" di De Sica. Troppo incomprensibile e troppo fuori-tempo De Amicis e il Neorealismo per un film del 1984? Forse uno sguardo utopico a un'epoca alchimista, a un sorriso senza speranze nè vero futuro